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11 Luglio 2025
Esce un libretto con undici disegni dell'illustratore commentati dagli studenti

Leggere Maicol & Mirco in una scuola media

di Redazione | 4 min

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Chi ha festeggiato il 25 aprile a Bologna (e ha fatto un salto al Pratello) non può non aver notato un disegno sulla serranda di Lino. Una figura indefinibile su sfondo rosso e la frase: “sono vivo, ma non equivochiamo”. È uno degli scarabocchi di Maicol & Mirco.

Esce ora un libretto sul suo lavoro: Leggere Maicol & Mirco in una scuola media, La Mandragora, Imola 2025.

Nel volume ritroviamo undici suoi disegni (tutti sullo stesso tema: la guerra) già usciti sul «manifesto» nei mesi scorsi. In più compaiono le considerazioni degli studenti, che provano a commentare i disegni, i testi, il messaggio.

I commenti dei tredicenni ci interessano per diversi motivi.

In primo luogo il volumetto affronta un tema tragicamente attuale – e questo apre diverse questioni: si parla di guerra nelle scuole italiane? E come se ne parla?

L’uso dei disegni di Maicol ci pare efficace, se dobbiamo giudicare dai risultati – e se qualcuno ritiene che l’esito fosse scontato (perché i disegni/l’arte grafica rientrano in un’area particolarmente vicina ai tredicenni e quindi “è tutto semplice”) ci permettiamo di ribadire che scrivere un testo (tema/commento che sia) semplice proprio non è, tantomeno per un ragazzo.

Se scorriamo i commenti, scopriamo che gli studenti non sono d’accordo su tante cose, nemmeno sullo “statuto” dei personaggi di Maicol (umani? animali? e se sono animali, che animali sono?) E poi: i disegni sono divertenti? (cioè fanno ridere?) Quale messaggio vuole darci l’autore?

E qui arriviamo al secondo punto per cui il lavoro può attirare l’attenzione (e non solo degli insegnanti): il libro della Mandragora ci dà la possibilità di vedere concretamente come scrivono i ragazzi nel 2025.

I curatori del testo avvertono in apertura di non aver modificato i commenti degli studenti – i cui lavori esibiscono infatti qua e là diversi errori.

E questo apre un altro ventaglio di interrogativi su scrittura/lettura nella scuola media – un argomento che sta a cuore all’Invalsi (ma non solo all’Invalsi). Poter disporre anche di altri strumenti di verifica non può che facilitare la ricerca – anche se il volumetto non aspira evidentemente a questo e quindi non produce risultati “scientifici” (quelli che si hanno con tabelle, percentuali ecc.)

Ad altri spetta l’onere di stilare le statistiche sulle competenze in italiano degli studenti.

I commenti su Maicol possono gettare un po’ di luce su questo punto (non proprio irrilevante) ma a noi interessano soprattutto per un altro motivo: costituiscono un esercizio di lettura del presente.

Si parla di attualità a scuola?

Per riassumere velocemente: se il secondo punto può essere definito “tecnico” (competenze nell’italiano), il primo e il terzo riguardano invece i contenuti (che incrociano materie diverse: storia, educazione civica, arte ecc.)

Insomma, siamo partiti da un lavoro sui “disegnini” di Maicol – e lemme lemme ci siamo allargati al punto che siamo quasi tentati di utilizzare questa attività al fine di sezionare la scuola italiana.

Che poi, lavorare sulle immagini è una pratica che sicuramente è abbastanza normale a scuola: Picasso, Otto Dix, Enrico Baj (per fare dei nomi a caso) sono sicuramente presenti nel libro d’arte e nel libro di storia (e forse anche in quello di italiano).

Dunque cosa c’è di nuovo?

La scommessa del volumetto è quella di considerare anche gli “scarabocchi” di Maicol un materiale didattico ricco di stimoli.

Utilizzare Maicol significa utilizzare ciò che compare la mattina stessa nel web o sulla stampa – e le possibilità sono molteplici (un murale di Laika su Netanyahu, un disegno di Costantini su un pestaggio a Firenze, Zero Calcare su Ilaria Salis. Ognuno può scegliere il proprio materiale).

E possiamo farlo perché “le gerarchie” tra le discipline hanno oggi (forse) meno valore che in passato.

L’attività degli studenti su questi “disegnini” è riuscita? C’è solo un modo per saperlo: leggere i venti testi dei ragazzi.

Qui non intendiamo riassumere i loro lavori, nemmeno per sommi capi. Ne scegliamo uno, tra i tanti. Permetterà a tutti di farsi un’idea:

Il disegno mostra un animale, simile a un pappagallo (disegnato in modo astratto), che dice: “Lasciare questo mondo ai figli è una violenza sui minori”. Lo sfondo è rosso, con scritte e disegni in nero, e in basso a destra c’è la parola “fine”. Questo messaggio mi fa riflettere molto, perché dice che sarebbe ingiusto lasciare ai figli un mondo distrutto dalle guerre, dall’odio e dalla violenza. La violenza di cui si parla è proprio quella che gli adulti fanno quando, con le loro azioni, peggiorano il mondo. […]

È come se gli adulti facessero un grande disastro e poi dicessero: “Ora tocca a voi risolvere tutto” […] È come se ci lasciassero un mondo in rovina e si aspettassero che noi lo ricostruiremo da soli, senza darci gli strumenti necessari per farlo. […]

Secondo me la riflessione che il disegno vuole trasmetterci è questa: dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre azioni, perché ciò che facciamo oggi avrà un impatto su chi verrà dopo di noi”.

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