Una “sound parade”, una parata di musica come piaceva a lui, lungo le mura di Ferrara, la sua città. È questo il modo in cui, il prossimo sabato 19 luglio, a vent’anni dalla sua morte, il Comitato Federico Aldrovandi 2005 – 2025 ha scelto di ricordarlo, per festeggiare il suo compleanno.
Federico era nato il 17 luglio 1987. Quando è stato ucciso, nel 2005, era da poco diventato maggiorenne, ma la sua vita adulta è durata troppo poco. I suoi amici, la famiglia, e tutte le realtà che negli anni del processo e oltre, hanno sostenuto la richiesta di verità e giustizia per la sua tragica e prematura morte, invitano i cittadini a unirsi nella parata che partirà alle ore 18 da Viale Belvedere, all’incrocio con Corso Porta Po.
Il percorso attraverserà le mura dirigendosi verso il Torrione del Barco, poi Porta degli Angeli, Punta della Montagnola, il Torrione di San Giovanni, per poi immettersi nel sottomura a est della città, fino alla zona di San Giorgio dove si uscirà in via Ravenna per arrivare al circolo Balck Star, che ospiterà la festa finale.
Il percorso è studiato per non impattare sul traffico urbano, ma anzi per abbracciare idealmente la città, percorrendone una delle parti più belle, che attraversa zone alberate e ombreggiate, per garantire un riparo dalla calura estiva. L’invito è quello a partecipare a piedi o in bici, da soli, con amici, in gruppo: sarà una festa per tutti. Alla testa del corteo ci sarà un tuktuk a pedali con a bordo un dj che guiderà la sfilata a suon di musica. Ci saranno diverse postazioni dove sarà possibile approvvigionarsi di bibite fresche, per rendere più piacevole il tragitto.
Il corteo confluirà al Black Star, che sarà aperto dalle 18.30 con dj set e ristoro. Durante l’evento si esibiranno al mixer Mais, Pbajo, Paogo Ameschi, Yes, Nsh, Paiaz, Erbolariovario.
«Per il suo compleanno – ha spiegato per il Comitato il suo amico Andrea Boldrini – ci piace ricordare Federico con una festa collettiva, senza dimenticare che, dopo vent’anni, ci sono ancora tante questioni irrisolte legate alla gestione della sicurezza nelle nostre comunità. Lo dimostrano le nuove misure repressive e lesive delle libertà contenute nel Decreto Sicurezza, e la richiesta da anni disattesa, sostenuta anche da Amnesty International, dei codici identificativi per gli agenti di polizia. Oltre alle tante anomalie che ancora si riscontrano nelle tragiche morti seguite a quella di Aldro, dove lo Stato non è riuscito a proteggere la vita dei propri cittadini. Per questo siamo ancora qui».
L’invito è a seguire i social del Comitato per avere tutti gli aggiornamenti utili sull’iniziativa.
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