Politica
11 Luglio 2025
L’interpellanza della consigliera Marzia Marchi (M5S) chiede chiarimenti su una sponsorizzazione definita 'controversa' per ragioni ambientali, etiche e geopolitiche

“Albero di quartiere” finanziato da Nestlé: dubbi su greenwashing e diritti umani

di Redazione | 2 min

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Il progetto “Albero di quartiere”, presentato lo scorso 9 giugno e finanziato con 10mila euro dalla multinazionale Nestlé, finisce sotto la lente d’ingrandimento del Movimento 5 Stelle di Ferrara.

Con un’interpellanza rivolta a sindaco e giunta comunale, la consigliera Marzia Marchi solleva perplessità sulla coerenza e sull’opportunità di legare un’iniziativa ecologicamente virtuosa a un soggetto privato definito “controverso”.

La piantumazione di alberi, si chiarisce fin dall’inizio, “è una misura fondamentale di contrasto al cambiamento climatico e di miglioramento della qualità della vita urbana” e, in quanto tale, va “sostenuta e incoraggiata”. Tuttavia, l’interpellanza precisa che le perplessità non riguardano l’iniziativa in sé, bensì “la sponsorizzazione dell’iniziativa da parte della multinazionale Nestlé”, i cui comportamenti passati e presenti sono oggetto di “rilevanti dubbi in termini ambientali, etici e politici”.

La campagna, denominata “PiantiAmo il futuro: un albero per ogni macchina del caffè che rinasce”, prevede che per ogni macchina da caffè Nescafé revisionata venga donato un albero, e include la città di Ferrara tra i beneficiari. Tuttavia, viene sottolineato che “il contributo di Nestlé è vincolato alla vendita di macchine da caffè Nescafé”, la cui sostenibilità ambientale – in particolare per quanto riguarda le capsule – viene messa in discussione.

Tra le criticità elencate nell’interpellanza spicca il rischio di “greenwashing”, ossia l’utilizzo di iniziative ambientali per migliorare l’immagine pubblica di aziende con pratiche discutibili. “La piantumazione del verde urbano dovrebbe rientrare nell’ordinaria gestione delle politiche ambientali comunali” si legge nel testo, “e non essere subordinata a sponsorizzazioni private”.

Non mancano i riferimenti alle questioni geopolitiche: “Nestlé opera in Israele tramite la controllata Osem”, motivo per cui è coinvolta nella campagna Bds (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni), un movimento pacifico che promuove il rispetto dei diritti del popolo palestinese. L’interpellanza ricorda il sostegno al Bds da parte di figure culturali come Moni Ovadia, ex direttore del Teatro Comunale di Ferrara, che ha definito il movimento “democratico e pacifico”.

In conclusione, la consigliera Marchi chiede se l’Amministrazione comunale ritenga “opportuno accettare il finanziamento di 10.000 euro da parte del gruppo Nestlé” e con quali criteri sia stata presa tale decisione. Inoltre, si sollecita una riflessione più ampia sul futuro: “Se non ritengano, alla luce di quanto esposto, opportuno rivedere o respingere future collaborazioni di questo tipo”, favorendo invece finanziamenti pubblici o da parte di soggetti allineati con “valori di sostenibilità e rispetto dei diritti umani”.

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