Cronaca
11 Luglio 2025
La testimonianza di Giovanni Medri, migliore amico di Vito Mauro Di Gaetano: "Voleva tenerlo calmo e chiudere pacificamente la vicenda. La sera dell'omicidio l'ho trovato come un vegetale davanti al bar"

“Voleva chiedere un prestito in banca per pagare il pizzo a Buzzi”

di Davide Soattin | 4 min

Leggi anche

X Martiri rende pubblico il suo business plan

“Prendiamo atto della scelta dell’amministrazione nel scegliere un soggetto diverso e ringraziamo per la possibilità dataci di presentare il nostro piano triennale”. La X Martiri Asd commenta l'affidamento della Nuova Spal

Spal, ripartenza argentina tra entusiasmo e… scongiuri

Dalla doppietta di Juan Ignacio Molina alla cordata dell’imprenditore Juan Martin Molinari. La nuova Spal, o meglio dire – per ora – l’Ars et Labor Ferrara riparte dall’Argentina, terra che richiama inevitabilmente Oscar Massei, e dalla bandiera Mirco Antenucci. La notizia della scelta operata dal sindaco Fabbri e dall’assessore Carità ha però diviso i tifosi sui social

Truffa dell’asfalto. Tre assoluzioni e una condanna

Tre assoluzioni e una condanna. È quanto ha deciso - in primo grado - la giudice Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara per le quattro persone finite alla sbarra perché, secondo l'accusa iniziale, tra il 26 e il 28 ottobre 2021, avevano approfittato dei lavori di asfaltatura che la Provincia di Ferrara gli aveva affidato in appalto, per truffare 6.397 all'ente

Abbandonano tre figli piccoli in auto per giocare alle slot

Nella serata del 5 luglio, durante un servizio straordinario di controllo del territorio, i carabinieri delle stazioni di Baura e Porotto, operanti in sinergia, hanno trovato tre bambini, di 4, 6 e 7 anni, chiusi da soli all'interno di un'auto parcheggiata in via Modena

Un prestito in banca per “dare i soldi a Davide Buzzi, tenerlo calmo e chiudere pacificamente la vicenda“. È quello a cui, due giorni prima della ‘mattanza’ del bar Big Town di via Bologna, avrebbe pensato Vito Mauro Di Gaetano, il 42enne oggi finito alla sbarra – insieme al padre, il 71enne Giuseppe Di Gaetano – per l’omicidio aggravato del tatuatore 42enne e quello tentato del 22enne Lorenzo Piccinini, avvenuti durante quella maledetta serata del 1° settembre 2023.

A rivelarlo è stato il migliore amico di Di Gaetano, Giovanni Medri, sentito ieri (giovedì 10 luglio) in aula, davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Ferrara, dopo che – durante la precedente udienza – il titolare del locale lo aveva tirato in ballo come colui che gli aveva fornito supporto negli istanti successivi alla tragedia, suggerendogli di scaricare il video delle telecamere di videosorveglianza, che poi avrebbe consegnato spontaneamente – questa la versione dei fatti dell’imputato – ai carabinieri.

“Quella sera, quando mi telefonò, chiedendomi se potevo raggiungerlo, Vito Mauro – ha ricordato l’uomo – era molto scosso. Mi disse che aveva bisogno di sostegno e così sono andato per cercare di capire cosa fosse successo. Nei giorni precedenti ero andato più volte al bar e quindi ero a conoscenza di tutta la vicenda. Sapevo degli attacchi e delle minacce di Buzzi. Quando arrivai, c’erano già carabinieri, polizia e ambulanze. Dissi che ero amico di Di Gaetano e mi fecero passare“.

Medri ha proseguito: “Alzarono il nastro e andai incontro a Vito Mauro. Vidi che era sporco di sangue e gli chiesi se fosse suo. Mi disse di non saperlo. Gli chiesi anche se avesse male ma mi rispose che in quel momento non sentiva nulla. Era in evidente stato confusionale. Ci conosciamo da bambini e non lo avevo mai visto così. Da giovani, io ero la testa calda, mentre lui è sempre stato quello tranquillo, pacifico. Quella sera era come un vegetale, ripeteva che non sapeva cosa fosse successo”.

E in quel momento che l’amico gli consigliò di scaricare il video: “Gli dissi di tenere il video, che magari gli sarebbe servito. Fu una mia deduzione perché pensai che se fosse successo qualcosa almeno avrebbe avuto le prove di aver subito un attacco. Ricordo di averglielo consigliato, poi non vidi se lo fece”. Sul punto la pm Barbara Cavallo ha però avanzato una contestazione, facendo notare che – precedentemente – Di Gaetano aveva riferito di aver scaricato il video con l’aiuto dell’amico.

È lo stesso video che ieri, a seguito degli ulteriori accertamenti eseguiti, il luogotenente Davide Bruni dei carabinieri ha confermato essere presente nella copia forense del cellulare dell’imputato. Si tratta di un filmato unico lungo sette minuti – dall’ingresso di Buzzi e Piccinini nel locale fino alla fine dell’aggressione – che però il militare del 112 ha detto avere un formato diverso da quello che gli inquirenti acquisirono tramite la scheda SD della telecamere di videosorveglianza, che invece era composto da tre blocchi video distinti. È emerso inoltre che, alle 00.41 del 2 settembre 2023, poche ore dopo la ‘mattanza’, quel filmato era stato recapitato con WhatsApp alla moglie di Vito Mauro Di Gaetano dall’utenza telefonica di quest’ultimo, che ieri ha definito quell’invio come “una copia di sicurezza“.

Sono stati inoltre conferiti gli incarichi al perito informatico Claudio Cesaro (per la difesa il consulente è Giuseppe Montagnola) e a quelli psichiatrici Renato Ariatti e Marco Samory (per la difesa Luciano Finotti e per le parti civili Michela Casoria). Il primo avrà sessanta giorni di tempo per accertare se, in quale data e in quale ora, all’interno della copia forense del cellulare di Vito Mauro Di Gaetano, siano state scaricate le immagini di sorveglianza del Big Town, specificando anche quando sono state analizzate per la prima volta. Dovrà inoltre riferire se da remoto, tramite l’app scaricata sul cellulare, ci siano stati degli interventi sulla scheda SD delle telecamere di videosorveglianza. I secondi invece avranno novanta giorni per indagare la capacità di intendere e di volere dei due imputati al momento del fatto e la loro pericolosità sociale.

Il processo tornerà in aula l’11 dicembre.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com