Attualità
10 Luglio 2025
Una sentenza storica riconosce i diritti dei lavoratori stranieri: "La durata del permesso va calcolata dal giorno di rilascio, non dalla richiesta"

Permessi di soggiorno: il Tar ‘bacchetta’ la Questura di Ferrara

di Redazione | 2 min

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Dopo anni di segnalazioni, proteste e appelli pubblici, arriva una prima vittoria concreta per i diritti degli stranieri: con la sentenza del 30 giugno 2025, il Tar Emilia-Romagna ha stabilito che la durata del permesso di soggiorno deve essere calcolata a partire dalla data di effettivo rilascio del documento, e non da quella in cui viene presentata la domanda di rinnovo.

Una decisione che rappresenta un importante passo avanti verso un trattamento più equo per centinaia di lavoratori stranieri in regola, spesso lasciati per mesi “in un limbo senza diritti”, come denuncia da tempo l’associazione Cittadini del Mondo di Ferrara.

La prassi contestata — consolidata presso la Questura di Ferrara — prevedeva infatti che il permesso venisse retrodatato al momento della richiesta, nonostante i lunghi ritardi nella lavorazione. “La nostra Associazione da tempo denuncia i tempi lunghi della burocrazia e la pratica della Questura di Ferrara di retrodatare il permesso di soggiorno alla data della domanda e non a quella dell’effettiva consegna del documento”, si legge nella nota diffusa dall’associazione.

Una realtà denunciata anche pubblicamente il 31 maggio scorso, quando si è tenuta una manifestazione proprio sotto la sede della Questura. “Chiedevamo il rispetto di tutte le procedure che riguardano gli stranieri ed in particolare dei tempi di rilascio del permesso di soggiorno”, ribadiscono gli organizzatori.

Il Tar ha finalmente posto un freno a una situazione definita paradossale: “La Questura finiva per consegnare permessi di soggiorno già prossimi alla scadenza, costringendo i titolari a investire subito altro tempo e denaro per avviare una nuova procedura di rinnovo”.

Ma non solo: il tribunale ha censurato una gestione che, di fatto, “fa ricadere interamente sullo straniero le conseguenze delle inefficienze e dei ritardi nella gestione delle pratiche burocratiche”. Un meccanismo che, oltre a penalizzare i cittadini migranti, aggrava inutilmente il lavoro dello stesso Ufficio immigrazione, costretto a trattare nuovamente pratiche appena concluse.

La sentenza del Tar rappresenta un precedente importante e uno spiraglio di giustizia: “Finalmente un po’ di giustizia”, commenta con soddisfazione l’associazione Cittadini del Mondo, che ora auspica l’immediato adeguamento da parte degli uffici competenti.

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