Politica
10 Luglio 2025
Duro e fermo intervento di Marzia Marchi (M5S) contro i cartelloni Pro Vita comparsi in città

Un affronto all’educazione e alla civiltà

di Redazione | 3 min

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di Marzia Marchi*

Leggo esterrefatta il cartellone pubblicitario posizionato davanti alle scuole che recita testualmente: “oggi a scuola un attivista LGBT ha spiegato come cambiare sesso” e invita a firmare una petizione per scuole libere da gender.

Penso che questa frase sia un INSULTO all’intera categoria degli insegnanti che ogni giorno si spendono faticosamente, poco apprezzati e poco pagati, per istruire ed educare giovani dai 3 ai 18 anni in un contesto sociale sempre più complesso e preoccupante.

I dati, e non la propaganda di Onlus fanatiche come Provita & famiglia, ci dicono che proprio la famiglia è luogo in cui i giovani subiscono o assistono alla violenza di genere. Dai dati del Rapporto Giovani 2025 – l’indagine condotta dall’Istituto Giuseppe Toniolo, che costituisce da tempo il più completo e dettagliato strumento di conoscenza della condizione giovanile in Italia emerge che il primo terreno su cui si costruiscono visioni relazionali, ruoli di genere e atteggiamenti verso la violenza è la famiglia.

È lì che i ragazzi apprendono – spesso in modo inconsapevole – modelli culturali, relazioni affettive e linguaggi emozionali. E non sempre quei modelli sono positivi.

Se ci atteniamo ai dati – continua il rapporto – possiamo dire che molti giovani oggi hanno fatto esperienza, anche solo indiretta, della violenza, subita in prima persona, ma anche osservata: episodi avvenuti in famiglia, tra amici, o nel proprio ambiente più vicino.

In quanto poi al presunto insegnamento sul cambiamento di genere, l’organismo consultivo dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha chiesto di rivolgersi alle istituzioni per promuovere a scuola incontri di sensibilizzazione sui diritti dei minorenni Lgbtqi+ rivolti a studenti, docenti e personale Ata. Obiettivo: trattare, nell’ambito dei progetti di educazione all’affettività, la tematica di genere e la pluralità dell’orientamento sessuale con il supporto di persone adeguatamente formate. E ancora, sensibilizzare all’uso di un linguaggio inclusivo che tenga conto dell’identità di genere, rafforzare la collaborazione con le forze di polizia attraverso accordi per ricevere eventuali segnalazioni di reati a carattere omofobo e diffondere materiale per prevenire e contrastare la violenza basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Ricordo infine dal 2004 è stata istituita dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, riconosciuta in ricordo del 17 maggio 1990, giorno nel quale l’Organizzazione mondiale della sanità cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Trovo inoltre inaccettabile che una simile azione pubblicitaria sia stata consentita dall’amministrazione comunale, in quanto palesemente in contrasto con le indicazioni dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza istituita con legge nazionale 12 luglio 2011, n. 112 sulla base delle norme del diritto internazionale. E chiederò nelle sedi opportune la rimozione immediata di tale insulto alla civiltà, oltre che alle leggi.

*Insegnante e consigliera comunale M5S

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