Politica
9 Luglio 2025
Forum Ferrara Partecipata riflette su “un’alternativa rispetto alla regressione politica e culturale” della città

Contro la città privatizzata e mercificata

di Redazione | 4 min

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Ormai si stanno accumulando troppi fatti e scelte che impongono una riflessione più di fondo su dove sta andando la nostra città e sugli orientamenti che guidano in proposito l’attuale Amministrazione Comunale.

Viene riproposta, come dato strutturale, l’utilizzo del Parco Urbano Bassani e di luoghi come Piazza Ariostea e Piazza Trento e Trieste come sedi di grandi concerti che, inevitabilmente, entrano in rotta di collisione con la loro vocazione, sia essa naturalistica sia di carattere storico, e con chi li abita. Altre possibili soluzioni, come quella più volte indicata relativa alla predisposizione di spazi appositi nell’area dell’aeroporto o altri ancora, non vengono prese in considerazione: l’importante è “valorizzare” la città, proiettarla nel futuro. Peccato che questo significhi ignorare la storia e la specificità dei luoghi, quello che conta è metterli a disposizione di interessi e finalità privatistiche, affermare la privatizzazione degli spazi pubblici.

Poi, si chiudono o si prova a rendere marginali importanti spazi di aggregazione sociale nella città. Che si tratti del Centro sociale La Resistenza, oppure di Cittadini del mondo o, ancora, del Circolo Arci Bolognesi e del Centro Servizi per il Volontariato, il ragionamento è sempre lo stesso: l’Amministrazione comunale non intende supportare le realtà che producono partecipazione e socialità.

Chi intende farlo, come ha più volte ripetuto il sindaco, a partire dalla possibilità di usufruire di sedi adeguate, si rivolga al mercato. Che, notoriamente, calcola tutto in termini di risorse economiche e stabilisce i prezzi delle merci: ma, appunto, ciò che conta è rendere chiaro che anche gli spazi sociali devono essere mercificati.

Non va meglio se guardiamo a servizi pubblici fondamentali: dalla gestione del servizio dei rifiuti urbani all’acqua. Per il primo, la cui concessione ad Hera è scaduta sin dalla fine del 2017 e la stessa lavora in proroga da quel momento, l’Amministrazione intende decidere per indire una nuova gara, che sarà facilmente appannaggio sempre di Hera, mentre per la gestione del servizio idrico, che è in concessione sempre ad Hera fino alla fine del 2027, non è difficile immaginare che si vorrà andare avanti con la situazione in essere. Anche qui, l’importante è continuare con la strada della privatizzazione dei fondamentali beni comuni.

L’affidamento ad Hera, che agisce per produrre profitti e distribuire dividendi ai soci, significa esattamente questo.

Da ultimo, apprendiamo da notizie di stampa che circa 90 ettari a fianco dell’aeroporto, su indicazione del Ministero della Difesa, dovrebbero essere destinati ad un grande impianto fotovoltaico, un progetto incompatibile con il fatto di pensare a quell’area come parte fondamentale dell’ipotizzato Parco Sud e della creazione di uno spazio dedicato all’organizzazione di grandi eventi.

Intendiamoci: va benissimo investire nelle fonti di energia rinnovabile, a partire da quelle realmente rinnovabili come fotovoltaico e eolico, ma tutto ciò non può avvenire al di fuori di una seria programmazione territoriale partecipata.

Ci piacerebbe conoscere l’opinione del sindaco su quest’investimento e anche sul dato di realtà per cui Ferrara e la provincia stanno diventando terreno privilegiato dell’installazione di quest’impianti, costruendo forti squilibri rispetto all’insieme della regione e con una logica che rischia, al di fuori appunto di una politica di programmazione, di essere puramente speculativa, guidata anche qui solo dal mercato.

Basta pensare che su un totale di impianti autorizzati nel 2024 relativi al biometano (fonte non propriamente rinnovabile) in regione, che sono pari ad una generazione di 7.100 Smc/h, ben 4200 Smc/h insistono nel territorio ferrarese, pari a ben il 59%!

Oppure che, per quanto riguarda le procedure autorizzative in corso presso il Ministero dell’Ambiente sempre riferite al fotovoltaico, la potenza prevista nel territorio ferrarese risulta essere di 855 MW su un totale regionale di circa 1080 MW, pari al 79%!

Questo triste elenco potrebbe continuare, facendo riferimento alla scelta scellerata di aver tolto molte panchine nei parchi pubblici, alla mancanza di interventi adeguati per il verde pubblico, all’incapacità di guardare alle politiche di genere, all’idea di svilire ogni forma di partecipazione alle decisioni da parte dei cittadini.

In ogni caso, ci sono ormai prove evidenti che fanno sì che siamo di fronte non a singoli episodi, ma ad una vera e propria impostazione di fondo per cui è la città che viene privatizzata, messa sul mercato dell’attrattività turistica, spogliata nella sua vocazione di essere comunità consapevole.

Il contrario di un’idea di città bene comune, basata sulla democrazia partecipativa, sul ruolo fondamentale dell’intervento pubblico, sulla programmazione degli interventi per renderla accogliente, fruibile dai cittadini, decarbonizzata e impegnata nel contrasto al cambiamento climatico.

Un’idea di città su cui è nato il Forum Ferrara Partecipata e per la quale continueremo a lavorare, rilanciandone il valore di costruzione di un’alternativa complessiva rispetto alla regressione politica e culturale cui stiamo assistendo.

Forum Ferrara Partecipata

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