Valorizzare la rete degli empori solidali dell’Emilia-Romagna e incrementare le risorse a essa destinate, con particolare attenzione all’aspetto dell’adeguamento logistico e tecnologico degli empori.
“Gli empori solidali non sono semplici luoghi di distribuzione alimentare: sono vere e proprie antenne sociali, capaci di intercettare il disagio e costruire risposte di comunità. A Ferrara, come in tutta l’Emilia-Romagna, questi spazi rappresentano un tassello fondamentale del nostro welfare locale. Per questo serve continuare a fare rete e rafforzare il sostegno da parte delle istituzioni. La Regione c’è e fa la sua parte”.
Lo ha dichiarato il capogruppo del Partito Democratico, Paolo Calvano, firmatario – insieme al presidente della Commissione Salute Giancarlo Muzzarelli e ad altri consiglieri e consigliere del PD – della risoluzione con cui si chiede alla Giunta regionale di valorizzare e potenziare il ruolo degli empori solidali, rafforzandone le risorse e l’integrazione con il sistema di welfare territoriale.
“Parliamo – ha aggiunto Calvano – di presìdi che in Emilia-Romagna raggiungono oltre 25mila persone, un terzo delle quali sono minori. A Ferrara sono una realtà consolidata, ma è proprio nei territori che vanno messi in rete attori diversi: istituzioni, associazioni, volontariato. Non basta più affrontare la povertà come un’emergenza: serve costruire risposte strutturali”.
In questa direzione si inserisce anche il nuovo Fondo sociale regionale 2025, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta, che prevede oltre 23,2 milioni di euro destinati al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Risorse che fanno parte di un pacchetto più ampio da oltre 57 milioni, con interventi specifici per famiglie fragili, senza dimora, ex detenuti, persone con disabilità e beneficiari dell’Assegno di inclusione.
“È un investimento che guarda al futuro della nostra comunità – ha sottolineato Calvano – e che punta a rafforzare la capacità dei servizi territoriali di intercettare e accompagnare le fragilità, promuovendo inclusione, dignità e autonomia. La lotta alla povertà è un dovere istituzionale, ma anche un atto concreto di giustizia sociale”.
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