Politica
8 Luglio 2025
La risposta dell'assessore Coletti non convince la consigliera de La Comune, che denuncia le gravi omissioni: "Nella sezione protetti anche autori di violenze sessuali"

Detenuta trans violentata. Zonari: “Il Comune doveva vigilare”

di Redazione | 3 min

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“Non sono soddisfatta. Raccontare i fatti dopo che sono accaduti non basta. E’ compito del Comune monitorare e vigilare sulle condizioni all’interno delle carceri”. Con queste parole la consigliera Anna Zonari (La Comune di Ferrara) ha chiuso, visibilmente contrariata, il suo intervento durante il question time del Consiglio comunale del 7 luglio, riaccendendo i riflettori sulla grave violenza sessuale subita da una donna transgender detenuta nel carcere dell’Arginone.

La vicenda, riportata nei giorni scorsi dalla stampa, è finita al centro del dibattito consiliare grazie all’interrogazione presentata da Zonari, che ha chiesto alla giunta se il Comune fosse a conoscenza dei fatti e se intenda attivarsi formalmente presso Ministero della Giustizia, Regione Emilia-Romagna e Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per chiedere accertamenti e garanzie per le persone transgender detenute.

La risposta dell’assessore Cristina Coletti, secondo cui l’episodio è già stato trasmesso alla Procura e la detenuta si trovava nella “sezione protetti” su disposizione degli organi competenti, non ha convinto la consigliera, che ha giudicato l’intervento insufficiente e privo di un reale impegno istituzionale.

“Nella sezione protetti ci sono anche autori di violenze sessuali. Collocarvi una donna transgender già minacciata è un errore grave”, ha aggiunto Zonari, evidenziando la mancanza di una sezione dedicata a Ferrara, ad oggi presente solo nel carcere di Reggio Emilia, e chiedendo una presa di posizione chiara da parte del Comune.

La consigliera ha poi denunciato l’assenza di un monitoraggio attivo da parte dell’amministrazione comunale: “Quella persona aveva già espresso le sue paure, chiedeva protezione. È stata ignorata. E questo è un fallimento anche delle istituzioni locali”.

Dalla giunta, per ora, nessun annuncio su nuove iniziative. Ma l’intervento di Zonari ha riportato al centro dell’aula consiliare una questione delicata, che solleva interrogativi profondi sul ruolo delle istituzioni nel garantire la sicurezza e la dignità delle persone più vulnerabili, anche, e soprattutto, dietro le sbarre.

Sul fatto è intervenuto con una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della giustizia il deputato di Azione Fabrizio Benzoni per dire che “la vicenda solleva gravi interrogativi circa l’adeguatezza delle misure di protezione adottate nei confronti delle persone detenute in condizioni di particolare fragilità, nonché sulla gestione del regime detentivo dei circa 80 soggetti transgender ristretti all’interno degli istituti di pena italiani, ancora destinatari di atteggiamenti discriminatori e considerati un’«eccezione» del sistema”.

Benzoni chiede al governo “quali iniziative, per quanto di competenza, intenda realizzare per rafforzare le misure di protezione delle persone transgender detenute, in particolare garantendo l’attivazione di sezioni adeguate, la formazione del personale penitenziario e l’applicazione di protocolli specifici per la valutazione del rischio individuale, anche valutando la promozione di una ricognizione a livello nazionale delle condizioni detentive delle persone transgender e la conseguente riorganizzazione degli spazi detentivi per assicurare il rispetto dei diritti umani e della dignità personale, nel rispetto del principio di individualizzazione del trattamento penitenziario”.

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