Ho letto con raccapriccio il commento postato dall’ex direttrice del carcere in cui si è o si sarebbe consumata la violenza ai danni di un detetuto/a trans.
Mi preme a tal proposito sottolineare alcuni punti.
Trovo volgare, molto volgare, ridurre una notizia di reato (perché tale è) ad una lite tra prostituta/o e clienti.
Trovo contra legem negare ad una prostituta/o il diritto al giusto esercizio delle proprie ragioni: se violenza c’è stata o non c’è stata lo può dire solo la Magistratura: ricordo che infatti diritto e facoltà di ogni cittadino (anche delle prostitute, maschi o femmine che siano) denunciare e/o mentire.
“L’esperienza” può bastare a condannare qualcuno con un giudizio, secondo me, così spietato?
Sminuire, edulcorare forme di violenza contribuisce a mimetizzare la stessa e quindi a veicolarne altra.
Che il Senatore Balboni voglia tranquillizzarci sul fatto che il abbia “sollecitato il suo amico Delmastro” ingenera in me ancor più preoccupazione.
Al Senatore Balboni ricordo le agghiaccianti frasi pronunciate dal suo “amico” Delmastro:
“L’idea di veder sfilare questo potente mezzo (riferendosi ad una nuova auto in dotazione, ndr) che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, e far sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per il sottoscritto una intima gioia”.
Suggerisco inoltre al Senatore Balboni di far memoria della condanna di Delmastro quanto alla vicenda Cospito.
Non capisco infatti perché il suo “amico” Delmastro può a diritto dirsi innocente sino a sentenza di Cassazione ma una prostituta/o viene immediatamente bollata/o come “mentitore/trice” senza processo negando allo stesso/a gli stessi diritti dei già condannati: se sei colpevole resti innocente fino a Cassazione ma se sei prostituta/o non hai neanche diritto ad appurare se vi siano dei colpevoli???).
La dignità ed i diritti non devono essere negati a nessuno!
Anche al peggiore che “sta dietro quel vetro oscurato”.
Mauro Corradini, Roma