Un piccolo gesto, ma dal grande significato. È quello della Camera Penale Ferrarese che – a fronte di una situazione allarmante tra sovraffollamento e caldo – ha voluto compiere un atto concreto, dando la propria disponibilità a partecipare materialmente all’acquisto di alcuni ventilatori e nebulizzatori per il carcere di via Arginone, dove mancano impianti di climatizzazione, dove mancano impianti di climatizzazione.
La volontà di fornire un aiuto al penitenziario è maturata dopo che il Ministero della Giustizia – almeno per ora – non avrebbe approvato il preventivo di spesa che la direttrice dell’istituto Maria Martone aveva presentato per l’acquisto e l’installazione di condizionatori.
Decisivo è stato l’incontro di giovedì (3 luglio) scorso, quando il direttivo della Camera Penale – con la presidente Cecilia Bandiera e una delegazione dell’osservatorio Carcere – ha incontrato la neo dirigente della casa circondariale di Ferrara per affrontare vecchie e attuali problematiche che caratterizzano da tempo tutti gli istituti di pena presenti nel territorio nazionale italiano.
“Nel rappresentare la situazione ferrarese, la direttrice – fa sapere la Camera Penale Ferrarese – non ha che potuto stigmatizzare con evidente preoccupazione la grave situazione in cui versa il nostro carcere”. Si è parlato quindi del sovraffollamento ormai cronico (400 detenuti a fronte di una capienza di 245 posti) a cui fa da contraltare un’altrettanto strutturale carenza di personale. Carenza che si estende anche all’area trattamentale e pedagogica, cruciali per un serio percorso percorso finalizzato al reinserimento sociale del condannato. Anche la mancanza di lavoro all’interno dell’istituto – denuncia la Camera Penale Ferrarese – è un elemento che certamente non favorisce i percorsi rieducativi. Inesistenti sono inoltre le risorse finanziarie“.
L’associazione quindi, “non potendo rimanere indifferente a tale richiesta di aiuto”, come già ha fatto in passato, si è resa quindi disponibile a partecipare materialmente all’acquisto di alcuni ventilatori e nebulizzatori, con “un piccolo gesto che si spera possa trovare il giusto seguito non solo fra le varie associazioni di volontariato ma soprattutto nelle istituzioni locali e nazionali“.
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