Lo sguardo buio è quello è di Marina, Anna, Alide, Anita. E’ quello che nel ‘900 consumato dalla seconda guerra mondiale, dalle leggi razziali, dalle tessere annonarie e da una società patriarcale, avevano le donne. Ma è quello, anche, di uomini che si definivano progressisti e sostenevano in pubblico un’emancipazione che doveva rimanere fuori da ‘casa’ loro. E’ quello di chi rimane invischiato in conflitti interiori incapaci di generare cambiamenti consapevoli sul fronte della rassegnazione femminile come dell’ostentazione dell’autorità maschile.
E’ il filo rosso de “Lo sguardo buio” (Aiep Edizioni), della giornalista bolognese Natascia Ronchetti – nota firma del Sole 24 Ore che, abituata a scandagliare numeri e statistiche qui scandaglia sentimenti, presenterà oggi, giovedì 3 luglio, alle 17.30, all’Istituto di Storia Contemporanea, in Isco. A dialogare con lei – introduzione della giornalista Camilla Ghedini – sarà lo storico Angelo Varni, docente emerito Alma Mater Bologna. In filigrana, la malattia mentale e la riforma Basaglia. “Tutti temi di grande attualità – spiega Anna Quarzi, presidente Isco – trattati da Ronchetti in un romanzo frutto di una ingente ricerca storica, che restituisce lo spaccato di un secolo che non esaurisce sfide ancora oggi alla nostra attenzione. Un’occasione per riflettere sul concetto di contemporaneità”.
Natascia Ronchetti vive a Bologna. Giornalista professionista, ha scritto e scrive per diverse testate nazionali, tra cui Il Sole 24 Ore. E’ autrice di due libri, Finanza etica. Una rivoluzione silenziosa (2013) e Il Rituale del Femicidio (2016). Lo sguardo Buio è il suo primo romanzo.
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