“Quanto accaduto alla donna transgender detenuta nel carcere dell’Arginone è di una gravità inaudita”. Anna Zonari, consigliera de La Comune di Ferrara, interviene su ciò che è accaduto dalla casa circondariale Costantino Satta di Ferrara. A rendere poi questa vicenda “ancora più insopportabile” sono poi arrivate “le parole pronunciate dall’ex direttrice del carcere, Nicoletta Toscani, che ha ricoperto l’incarico all’Arginone dal 2019 fino al luglio 2024”.
Commentando un articolo pubblicato su questo giornale Toscani ha scritto: “Credo sia andato male il pagamento delle prestazioni”.
“Una frase gravissima – scrive Zonari -, che tenta di screditare la vittima, di insinuare scenari, di spostare la responsabilità. Un’affermazione che rappresenta una forma inaccettabile di vittimizzazione secondaria, tanto più inaccettabile perché pronunciata da chi ha ricoperto un ruolo istituzionale di rilievo”.
“Parole così – prosegue – non dicono nulla sulla vittima. Dicono tutto sulla cultura di chi le pronuncia: una cultura tossica, maschilista, che nega la realtà della violenza e cerca alibi per l’inerzia delle istituzioni. Parole indegne, che colpevolizzano, insinuano, sminuiscono”.
“Chi ha avuto responsabilità dirette nella gestione di quella struttura – attacca – dovrebbe esprimere vergogna, non cinismo. Dovrebbe chiedere scusa, non rilanciare insinuazioni”.
Proprio il primo luglio La Comune di Ferrara ha presentato un question time per sapere: “Se l’Amministrazione fosse stata informata della vicenda; se intenda intervenire presso il Ministero della Giustizia e le autorità competenti; se si impegnerà per garantire verità, giustizia e protezione immediata alle persone transgender recluse”.
“La responsabilità istituzionale – conclude Zonari – è anche del nostro territorio. Questa vicenda non può essere archiviata con qualche riga di cronaca. Va detto con chiarezza: lo Stato ha fallito. E chi sminuisce la violenza è parte di quel fallimento”.
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