Sono 49 le famiglie, circa 150 cittadini, che dalla zona del Montagnone lanciano un nuovo appello all’Amministrazione comunale di Ferrara. Dopo una prima segnalazione inviata in forma riservata il 10 maggio 2025 all’assessore all’Urbanistica Stefano Vita Finzi Zalman e per conoscenza alla segreteria del sindaco Alan Fabbri, i residenti denunciano la mancanza di risposte ufficiali, nonostante diversi solleciti.
Il 21 maggio, fanno sapere, la segreteria dell’assessorato aveva comunicato l’intenzione di incontrare i firmatari, ma a quasi due mesi di distanza e dopo un nuovo sollecito inoltrato il 4 giugno, l’incontro promesso però non è mai stato convocato. Nel frattempo, i problemi denunciati nell’appello non si sono risolti e i residenti hanno deciso di sollecitare pubblicamente l’amministrazione.
“La nostra non è una protesta contro le attività o i lavoratori della zona – precisano i cittadini – ma vogliamo che il diritto alla vivibilità non venga più sacrificato”.
Al centro dell’appello c’è una zona urbana sottoposta da anni a forte pressione viaria: scuole, musei, fermate del trasporto pubblico, aree verdi e spazi per eventi rendono la viabilità del quartiere estremamente complessa. A questo si sono aggiunti cantieri fermi, eventi ravvicinati e l’assenza di parcheggi riservati ai residenti.
In particolare, è il cantiere per la geotermia di Hera in via Formignana e via Sant’Andrea, avviato il 7 gennaio 2025, a preoccupare i residenti. I lavori si sono rapidamente arenati dopo il ritrovamento di reperti archeologici, lasciando tre vie chiuse, pedane precarie e buie, recinzioni davanti alle abitazioni e un traffico caotico, spesso in retromarcia, che mette in pericolo pedoni e residenti.
Le famiglie chiedono che prima della riapertura delle scuole a settembre, l’amministrazione attivi iniziative concrete: un incontro con i cittadini, l’istituzione di stalli riservati ai residenti, l’introduzione di Zone 30, un maggior controllo durante gli eventi e soprattutto un chiarimento immediato sul futuro del cantiere Hera.