di Marzia Marchi*
Il boicottaggio dei prodotti di Israele, messo in atto con grande atto di coraggio dalla più grande catena di distribuzione commerciale italiana, la Coop, che la consigliera Iolanda Madeo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale si permette di stigmatizzare è un antica pratica di resistenza civile non violenta.
Il termine boicottaggio infatti deriva dal nome del capitano inglese Charles Cunnigham Boycott (1832-1897), un amministratore terriero in nome di un conte, vissuto nel XIX secolo in Irlanda che vessava i contadini suoi dipendenti. Fu così che la Lega irlandese dei lavoratori della terra, l’Irish Land adottò nel 1880 un’azione non violenta; contro Boycott fu infatti lanciata una campagna di isolamento e non collaborazione: i vicini di casa iniziarono a non parlargli, in chiesa nessuno si sedette più vicino a lui o gli rivolse la parola, non fu più servito nei negozi né ebbe più braccianti da ingaggiare per il raccolto nelle tenute che gestiva. Le terre del conte cominciarono a inaridire e Boycott fu licenziato.
Definire questa pratica, pacifica e democratica, come un “atto che fomenta odio e divisione” è il tentativo di ribaltare la narrazione come la Destra si impegna a fare relativamente a tutto quello che riguarda la gestione democratica del dissenso. Di fatto l’intervento della consigliera non fa altro che cercare di criminalizzare un atto di contestazione alla reazione del Governo Israeliano all’atto terroristico del 7 ottobre ’23, che, per sua stessa ammissione, “ha oggi assunto forme drammatiche e inaccettabili che il Governo italiano chiede a Israele di fermare”.
Per avere quello che sembrano auspicare la consigliera e il suo partito, ovvero il cessate il fuoco a Gaza, stanno a zero le chiacchere! Servono azioni di pressione su Israele che questo Governo, lo stesso che non esita a imporre – giustamente – sanzioni alla Russia, non accenna minimamente a mettere in atto, né a livello economico-commerciale né a livello diplomatico.
In compenso il partito Fratelli d’Italia, per bocca della sua massima rappresentante istituzionale a Ferrara, si permette di definire chi cerca di agire con i fatti contro Israele etichettandolo come “azione ideologica che rischia di avere conseguenze gravi per l’Italia, per il suo tessuto sociale e (addirittura) per la sicurezza interna”.
Come M5S stigmatizziamo questo atteggiamento volto a creare un finto allarmismo e ne approfittiamo per invitare altre catene commerciali a seguire il mirabile esempio di boicottaggio messo in atto da Coop Alleanza 3.0, per far comprendere che non vogliamo essere indirettamente complici del genocidio per fame, oltre che per bombe, messo in atto da uno Stato occupante nei confronti dell’intera popolazione palestinese.
*capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale a Ferrara
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