Spettabile redazione,
solleticata dalla polemica relativa a un’espressione blasfema utilizzata a Ferrara in un recente concerto, ho fatto su Internet una piccola ricerca sulle bestemmie e sono rimasta amaramente sorpresa.
Ecco alcuni titoli che ho reperito:
Angelo Duro: Io bestemmio sempre; La bestemmia più dolce; La bestemmia sportiva; Apologia delle bestemmie; Il grande libro della bestemmia; La tua bestemmia quotidiana; Il potere analgesico della bestemmia; Manuale della bestemmia… E potrei continuare.
A Napoli, addirittura, si è tenuto nel 2021 il “Festival della bestemmia”, promosso con manifesti che contenevano espressioni blasfeme (c’era addirittura un Topolino bestemmiante) , fra l’inerzia del Comune e l’indifferenza dei più.
In Abruzzo un alunno ha bestemmiato in gita ed è stato escluso, poichè non pentito, dalle attività extra-scolastiche. Ebbene, la madre lo ha difeso inviando un esposto al Ministero dell’Istruzione perchè il figlio sarebbe stato “ghettizzato” e “maltrattato psicologicamente”…
E’ questa l’educazione che si impartisce ai figli?
Un tempo, perfino in molte osterie, si trovava un cartello che ammoniva : “La persona civile non bestemmia”. Ora invece…
Tralascio l’aspetto puramente religioso e mi chiedo: dobbiamo accettare passivamente un comportamento verbale che, pur declassato a illecito amministrativo, è ancora vietato?
E, soprattutto, dobbiamo restare inerti di fronte a un linguaggio che forse non offende Dio (per chi ci crede) ma sicuramente offende i credenti e anche i non credenti che rifuggono dall’inciviltà e dalla maleducazione?
Paola Ferrari