Politica
1 Luglio 2025
Commenti de La Comune e Azione. Da Larghetti (Avs) interrogazione alla giunta regionale

Detenuta trans abusata. “Il silenzio delle istituzioni è complice”

di Redazione | 3 min

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Una interrogazione alla giunta regionale per chiedere di tutelare la detenuta trans che ha denunciato di essere stata violentata da quattro uomini all’interno del carcere.

A chiederlo è Simona Larghetti (Avs) che, ricostruita l’intera vicenda, ricorda come “secondo quanto riferito dalla Garante per le persone private della libertà del Comune di Ferrara, Manuela Macario, la detenuta aveva più volte espresso timori concreti per la propria incolumità sin dal suo arrivo, a fine marzo, quando era stata tradotta dal carcere di Reggio Emilia, unico istituto in Emilia-Romagna dotato di una sezione dedicata alle persone trans, e aveva chiesto fin dal primo giorno di essere trasferita in un penitenziario più adatto, dove potesse sentirsi al sicuro”.

Da qui l’interrogazione per chiedere alla giunta “quali azioni di vigilanza e di protezione siano state avviate a favore della persona che ha subito violenza e se la Regione non ritenga opportuno interloquire con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia affinché non si ripetano casi di trasferimento di detenuti transgender in istituti penitenziari inadeguati ad accoglierli”.

Da Ferrara si alza la voce di Anna Zonari, consigliera de La Comune, per la quale “una donna transgender stuprata non è un fatto isolato, è una responsabilità politica”.

Quanto accaduto nel carcere di Ferrara è di una gravità inaudita – ribadisce Zonari -. Questo non è un fatto di cronaca nera: è il prodotto di un sistema carcerario violento, discriminatorio e inadeguato, che continua a ignorare i diritti fondamentali delle persone Lgbtqia+, in particolare delle persone transgender detenute”.

La Comune chiede che siano accertate “tutte le responsabilità di questo trasferimento inappropriato e delle mancate misure di protezione” e che “vengano adottati protocolli chiari e vincolanti per la tutela delle persone transgender negli istituti di pena”.

Il silenzio delle istituzioni è complice – conclude la consigliera -. Lo è chi minimizza, chi si gira dall’altra parte, chi considera ‘secondarie’ le garanzie di sicurezza per chi si trova in una condizione di vulnerabilità estrema. Non c’è giustizia senza diritti. Non c’è sicurezza senza dignità. Questo non è solo un caso giudiziario: è una responsabilità politica”.

Sul punto intervengono anche Fabrizio Benzoni e Danny Farinelli di Azione, il primo vicecapogruppo del partito di Calenda alla Camera dei Deputati e il secondo segretario provinciale.

Per entrambi si tratta di “un fatto gravissimo che chiama in causa lo Stato e la sua responsabilità nel garantire la sicurezza e i diritti fondamentali di tutte le persone, anche – e soprattutto – di chi è affidato alla sua custodia”.

“Il nostro sistema penitenziario – aggiungono – presenta da tempo criticità profonde: sovraffollamento, carenze di personale, mancanza di percorsi rieducativi e strutture spesso inadeguate. A farne le spese sono sempre i più fragili, come le persone trans detenute, che in troppi casi vengono collocate in contesti non idonei, esponendole a gravi rischi per l’incolumità fisica e psicologica. In Italia esistono alcune sezioni dedicate all’interno di istituti femminili, ma sono poche, sovraccariche e distribuite in modo disomogeneo sul territorio nazionale. È evidente che non bastano”.

Per Benzoni quindi “serve un piano strutturale per ampliare queste sezioni, dotarle del personale adeguato, garantire percorsi di assistenza psicologica, sanitaria e legale, e attuare davvero quanto previsto dalla normativa. Per questo depositerò un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia per chiedere piena chiarezza sul caso di Ferrara, ma anche per sollecitare un intervento immediato e strutturato sulla tutela delle persone trans nei nostri istituti di pena”.

“Appena saputa la notizia – si inserisce Farinelli – ho prontamente chiesto all’on. Fabrizio Benzoni, che da tempo si spende sul tema delle carceri, di attenzionare l’accaduto. E’ obbligatorio che lo Stato garantisca la sicurezza dei detenuti sotto la sua custodia, e sicuramente il sovraffollamento non aiuta gli agenti che ogni giorno lavorano anche per raggiungere questo obiettivo”.

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