Economia e Lavoro
1 Luglio 2025
Il presidente di Confagricoltura critico sul Piano di Azione Nazionale per il Miglioramento della Qualità dell'Aria approvato dal Consiglio dei Ministri

“Il divieto di utilizzo di urea senza valide alternative è insostenibile per le aziende agricole”

di Redazione | 3 min

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“Il 20 giugno scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano di Azione Nazionale per il Miglioramento della Qualità dell’Aria, uno strumento strategico volto al contrasto dell’inquinamento atmosferico e all’adeguamento dell’Italia agli obblighi previsti dalla normativa ambientale europea”.

È il presidente di Confagricoltura Ferrara a ricordarlo, il quale prosegue sottolineando che: “Le azioni in ambito agricolo puntano a ridurre le emissioni di ammoniaca e migliorare la sostenibilità delle pratiche zootecniche e agronomiche; le misure sono concentrate sulle Regioni del Bacino Padano, particolarmente critiche dal punto di vista della qualità dell’aria. Ciò detto, è prevista l’introduzione di un divieto per l’uso dell’urea come fertilizzante nelle Regioni del Bacino Padano a partire dal 1° gennaio 2027. Ebbene il divieto assoluto dell’impiego di urea rappresenta un’imposizione insostenibile per le imprese agricole in assenza di una fase transitoria realmente attuabile e senza alternative valide presenti sul mercato, ed è per questo che Confagricoltura ha a più riprese chiesto al Ministero dell’Agricoltura di istituire un tavolo di coordinamento con la partecipazione delle Organizzazioni agricole e delle Regioni, per trovare insieme soluzioni praticabili”.

“I concimi azotati – evidenzia il Presidente provinciale di Confagricoltura – rappresentano circa il 25% del totale dei fertilizzanti utilizzati e di questi l’urea rappresenta circa il 12%. Non si deve dimenticare che l’agricoltura italiana negli ultimi anni è stata virtuosa sull’uso dei fertilizzanti, riducendo di circa l’8% l’utilizzo di concimi azotati a favore di fertilizzanti organici, grazie anche a un maggiore uso del digestato e degli effluenti zootecnici. Sono dati che testimoniano un percorso intrapreso da tempo e che, secondo Confagricoltura, deve procedere con gradualità senza compromettere le produzioni agricole, anche per evitare significativi costi aggiuntivi, stimati in oltre 150 euro per ettaro. Si devono inoltre tenere conto le difficoltà relative alla mancanza di adeguate risorse per l’ammodernamento dei macchinari in chiave ecologica e per la ricerca dedicata. A queste carenze si aggiunge anche la mancanza di specifiche decisioni europee volte a rafforzare l’utilizzo del digestato equiparandolo ai fertilizzanti, passo strategico per ridurre la dipendenza dai concimi azotati e per semplificare al tempo stesso l’applicazione della direttiva nitrati. Confagricoltura non ha mancato di rappresentare tali richieste al Ministero, oltre ad avere richiesto lo slittamento dell’entrata in vigore del divieto quantomeno al 2028. Condividiamo l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria, ma occorre valutare anche la fattibilità di ciò che si propone, per non lasciare gli agricoltori, ancora una volta, privi di strumenti indispensabili senza avere individuato preventivamente altrettante adeguate alternative, che devono essere nel contempo anche accessibili economicamente. Infatti oggi l’urea è un fertilizzante indispensabile ed insostituibile per l’agricoltura ferrarese”.

“Negli ultimi tempi si è parlato molto di una svolta a favore della sostenibilità economica delle scelte politiche in agricoltura, con valutazioni d’impatto serie ed approfondite – conclude Manca – ebbene questa misura va esattamente nella direzione opposta. Fino a quando gli agricoltori potranno ancora sopportare?”

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