Cronaca
30 Giugno 2025
Il direttivo della Camera Penale Ferrarese: "Impegno affinché ogni detenuto possa vedere effettivamente tutelata la propria incolumità e dignità"

Detenuta trans violentata. La Camera Penale: “Sistema carcerario al collasso”

di Redazione | 3 min

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Per il direttivo e l’Osservatorio Carcere della Camera Penale Ferrarese, la violenza sessuale che una detenuta transgender sarebbe stata costretta a subire da quattro uomini all’interno del carcere di via Arginone, “mette in luce, ancora una volta, i problemi che affliggono il sistema carcerario“.

Un episodio, quello avvenuto lo scorso 24 giugno, che sarà affrontato nell’incontro fissato per giovedì 3 luglio con la direttrice Maria Martone. Un colloquio già fissato per cercare soluzioni e limitare i disagi dei detenuti in queste giornate di caldo torrido, in cui la Camera Penale affronterà anche quest’ultima terribile vicenda, mettendosi a disposizione “per far sì che simili drammi non abbiano più a verificarsi e che ogni detenuto e ogni detenuta possa vedere effettivamente tutelata la propria incolumità e dignità“.

“Nei penitenziari italiani – fa notare il direttivo – sono ristrette almeno settantadue persone transgender e, secondo il diciannovesimo rapporto sulle condizioni di detenzione stilato da Antigone (associazione che si occupa della tutela dei diritti e delle persone che si trovano in carcere), le persone trans in carcere subiscono discriminazioni specifiche dovute in principal modo alla loro collocazione negli istituti di detenzione che prevedono esclusivamente sezioni maschili e femminili“.

La Camera Penale Ferrarese prosegue: “In un approfondimento del rapporto di Antigone del 2024 si legge che le donne trans detenute paiono trovarsi nelle condizioni più sfavorevoli in assoluto. Ciò è dovuto al fatto che le sezioni protette per donne transgender sono posizionate all’interno di carceri maschili e quindi le detenute non possono partecipare alle iniziative culturali scolastiche o ricreative che si tengono insieme agli altri. Così finendo, in sostanza, per essere completamente emarginate.

Per il direttivo, la situazione è allarmante: “Il sistema carcerario è ormai al collasso. Ai problemi di sovraffollamento si aggiungono quelli legati alla cronica carenza di personale e, in questo particolare periodo dell’anno, alle temperature roventi all’interno delle singole celle. Le condizioni disumane in cui si trovano i detenuti e quelle in cui sono costretti ad operare gli agenti della polizia penitenziaria non posso essere ignorate ulteriormente. Lo scorso anno 90 individui si sono suicidati (numero mai raggiunto in precedenza) e quest’anno già oltre trenta persone si sono tolte la vita (indice di condizioni inammissibili)”.

“Troppo spesso – prosegue – si dimentica che i soggetti in carcere sono tenuti in custodia dallo Stato, il quale dovrebbe provvedere anche alla tutela dei loro diritti, che invece vediamo sempre più calpestati e limitati”.

Da qui la necessità di agire in fretta: “Non c’è più tempo. Chiediamo al governo di intervenire e affrontare immediatamente e con decisione questa emergenza, ormai cronica, avviando riforme concrete per sanare un sistema in crisi profonda, e per ridare dignità alla popolazione carceraria, che purtroppo ha smesso di sperare nella possibilità di un futuro migliore una volta espiata la propria pena”.

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