Comacchio. Una “grave situazione di disuguaglianza e inadempienze“. È quelle che secondo un nostro lettore, Marco Malagodi, si “consuma ogni giorno sulle nostre spiagge“, vale dire “la mancanza, presso numerosi stabilimenti balneari elioterapici, di struttura adeguate per consentire l’accesso al mare alle persone con disabilità”.
Malagodi scrive come amico di una donna portatrice di disabilità: “Stiamo parlando di un diritto elementare, che non dovrebbe neppure dover essere rivendicato. Poter arrivare al bagnasciuga, godere del mare, della sabbia, del sole, senza che una carrozzina o una difficoltà motoria si trasformi in un ostacolo insormontabile. Eppure, nel territorio di Comacchio, interi tratti di spiaggia risultano di fatto inaccessibili a causa dell’assenza di scivoli, passerelle o supporti adeguati, nonostante si tratti di aree demaniali affidate a operatori che agiscono su concessione pubblica”.
Il lettore ha scritto una lettera all’amministrazione comunale, perché – sottolinea – “il Comune è responsabile, perché ha il potere e il dovere di imporre – nei bandi, nei rinnovi, nei controlli – il rispetto di standard minimi di accessibilità. Ogni giorno in cui ciò non accade, si alimenta una forma di discriminazione silenziosa, che esclude e umilia”.
“In una Regione come l’Emilia-Romagna, da sempre all’avanguardia sui temi dell’inclusione, è inconcepibile – aggiunge – che nel 2025 ci siano cittadini di serie B costretti a rimanere sul marciapiede mentre gli altri possono vivere la spiaggia. Inconcepibile, ma reale”.
Malagodi quindi avanza pubblicamente tre richieste all’amministrazione lagunare. La prima, “che il Comune di Comacchio pubblichi un monitoraggio aggiornato sullo stato dell’accessibilità delle sue spiagge”. La seconda, “che imponga con urgenza a tutti i concessionari di installare scivoli e percorsi per l’accesso al mare, dove ancora assenti”. La terza, e ultima, “che venga inserita l’accessibilità come condizione obbligatoria nei bandi futuri per le concessioni balneari.
“Questa – conclude, nella speranza di avviare un dibattito pubblico tra politica, associazioni e operatori di categoria – non è una richiesta tecnica. È una questione di giustizia. Non c’è vera bellezza in un litorale che esclude. Non c’è turismo di qualità dove non c’è rispetto per tutti”.
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