Agli inizi degli anni 2000, due giovani studenti di nazionalità iraniana, frequentavano quotidianamente la sede della associazione Nadiya. Erano un ragazzo, tifoso di calcio, che seguiva tutte le partite della propria squadra di Teheran, approfittando della tv satellitare, e una giovane studentessa che approfittava del Wi-Fi gratuito.
A raccontare questa storia è Roberto Marchetti dell’associazione Nadiya che insieme a un’altra associazione, Le mille e una notte, ha organizzato sabato sera un incontro per sostenere 7 giovani iraniani che hanno scelto Ferrara (6) e Bologna (1) per i loro studi.
“Dopo 4-5 anni – prosegue – ci salutarono per aver terminato gli studi tornando in Iran. Con la giovane persiana però ho mantenuto, saltuariamente il contatto. Visto però cosa sta succedendo in questi momenti, in quell’angolo di mondo, oggi ho ripreso il dialogo e credo sia importante riportarvi uno stralcio di conversazione con l’amica, che vive proprio in centro della capitale”.
“Caro Roberto – scrive la ragazza -, ci troviamo in una situazione di sicurezza molto difficile e siamo sotto stretta sorveglianza e giustiziano le persone con facilità. La situazione non è normale. Gli uffici sono chiusi. Alcuni negozi sono aperti per la spesa ma la città è deserta. Molti hanno lasciato Teheran, e gli attentati si verificano per gran parte della giornata e la polizia speciale è stata dislocata per le strade per controllare. Il nostro problema è il governo della Repubblica Islamica….date voce, pee far conoscere il volto della Repubblica Islamica. E l’Iran ha inoltre bloccato i fondi all’estero. Aiutateci a sbloccare questi fondi bloccati e ad aiutare gli studenti iraniani….Amo l’Italia e gli italiani. Ho avuto la fortuna di stringere delle belle amicizie con gli italiani, ricorda che l’Italia è la mia seconda patria e ho lasciato metà del mio cuore in Italia… Ti aspetto in Iran, in un Iran libero, gli iraniani sono ospitali e amano l’amicizia”.
Un colloquio, quello raccontato da Marchetti, che gli “ha confermato la validità dell’accorato appello di richiesta di aiuto, che mi è pervenuta proprio in questi giorni da un gruppo di giovani studenti iraniani dell’Università di Ferrara”.
Studenti che si trovano in seria difficoltà di sostentamento e che non possono ricevere o mandare aiuti economici alla propria famiglia, le transazioni sono bloccate. “Alla luce di tutto questo – racconta Marchetti – , la nostra associazione ha deciso di promuovere una raccolta fondi, per acquistare carte prepagate per acquisti al supermercato, da destinare a questi giovani, per far fronte alle effettive necessità di sopravvivenza”.
Durante la serata alcuni degli studenti hanno raccontato le loro storie e le difficoltà ma anche la voglia di tornare dai propri cari e la paura di saperli in un paese dove, se anche i bombardamenti sono momentaneamente cessati, la repressione del regime è aumentata.
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