di Anna Zonari*
Abbiamo letto con attenzione il lungo post sulla sua pagina facebook del sindaco Alan Fabbri, in cui difende l’uso di Piazza Ariostea per ospitare concerti di grande richiamo. Comprendiamo la volontà di promuovere la città. Ma non possiamo condividere la convinzione che il “progresso” passi necessariamente attraverso l’occupazione prolungata di spazi pubblici, storici e residenziali, con pesanti ricadute su chi quei luoghi li abita e li vive ogni giorno.
Ferrara non è uno scenario da cartolina. È una città viva, fatta di persone.
Alan Fabbri sostiene che scegliere la piazza sia una strategia di marketing per attrarre artisti e “raccontare Ferrara”. Ma chi partecipa a un concerto blindato, tra transenne e service, difficilmente visita la città. Non entra nei musei, non esplora i quartieri. Nella maggior parte dei casi, arriva, assiste, riparte. E lo fa in auto, causando congestione e disagi.
Il messaggio che ne deriva è chiaro: la bellezza di Ferrara serve solo come fondale per postare foto. E sul piano dell’impatto economico? Non è affatto scontato. I disagi per le attività locali – che in molti casi devono chiudere o limitarsi per ordinanza, subendo cali di fatturato – superano spesso i benefici.
Mentre bar, negozi e servizi dell’area vengono sacrificati, gran parte dell’indotto va a società esterne che organizzano gli eventi, gestiscono i biglietti, montano i palchi.
Per garantire che gli eventi non penalizzino il commercio di vicinato, generando economia per chi vive e lavora a Ferrara, non solo per chi arriva da fuori, serve: evitare ordinanze che impongano chiusure o limitazioni senza preavviso; coinvolgere gli esercenti nelle decisioni logistiche; prevedere indennizzi o agevolazioni fiscali nei casi di perdite documentate.
Lo ribadiamo_ il punto non è dire “no ai concerti”. Il punto è: quale modello di promozione culturale e turistica vogliamo per la città? Uno che valorizza il territorio, o uno che lo consuma in nome della visibilità?
Dire che lo stadio non è adatto perché ha “troppi residenti” o “troppa erba” è paradossale, considerato che la maggior parte delle città utilizza abitualmente gli stadi per i concerti. Piazza Ariostea ha residenti, ha monumenti tutelati, ha accessi stretti e una funzione urbanistica incompatibile con eventi seriali e impattanti.
Noi crediamo che Ferrara possa ambire ad un modello più sostenibile per tutte e tutti. Per inciso, ci piacerebbe vedere incentivata la mobilità sostenibile, con, ad esempio, sconti sui biglietti per chi sceglie la formula bicicletta + treno.
E ci piacerebbe finalmente vedere un progetto per la predisposizione di un luogo idoneo agli eventi, con parcheggi scambiatori e navette gratuite.
La crescita è vera solo se è condivisa. E il rispetto per chi abita una piazza non è “difesa di interessi di parte”, ma condizione minima per parlare di città pubblica.
Nel frattempo, ci auguriamo di ricevere prestissimo le risposte alla nostra interpellanza dello scorso 15 aprile (2 mesi fa!), dove abbiamo chiesto: quando, quanti e quali rilievi fonometrici sono stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio; quali sono gli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati nel 2025 e 2026; che limiti di orario, durata massima e massimo rumore sono stati fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgono in aree come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre dove i residenti hanno lamentato in precedenti esperienze il disturbo del riposo; che controlli vengono effettuati affinché durante manifestazioni e spettacoli il suono nell’area ed in particolare il suono che arriva nelle abitazioni sia nei limiti di intensità e orario fissati in deroga?;- che controlli vengono effettuati affinché il pubblico che sarà presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a rumore oltre i 108 dB(A) LAsmax come definito dal DGR 1197 del 2020?
Infine un invito al confronto diretto: visto che lei si definisce, “uno del popolo”, sono certa che accetterà l’invito che le è pervenuto dal comitato dei residenti di Piazza Ariostea di visitare il quartiere di persona, per verificare le criticità dovute ai concerti – rumore, viabilità, limitazioni – insieme a chi vive quotidianamente quei disagi. Un confronto diretto, reale e partecipato, è il primo passo per costruire soluzioni condivise e rispettose.
*consigliera comunale La Comune di Ferrara
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