I soci Coop per la Palestina accolgono con soddisfazione “la decisione di Coop Alleanza 3.0 di ritirare i prodotti israeliani, in coerenza con il proprio Codice Etico e il rispetto dei diritti umani”. Una scelta che, spiegano, “risponde alle gravi violazioni compiute da Israele a Gaza, documentate da organizzazioni internazionali”.
“Ringraziamo – scrivono – i soci e le socie che hanno firmato la lettera online alla Presidenza Coop e la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org* hanno contribuito a questo risultato con il loro intervento nelle assemblee Coop. Invitiamo ora tutta la Grande Distribuzione a seguire lo stesso esempio”.
Per gli attivisti si tratta di una dimostrazione di coerenza con il Codice Etico di Coop Alleanza 3.0 ma anche “rispetto dei valori fondativi del movimento cooperativo: la spesa etica non può essere infatti compito solo dei consumatori, che sono liberi di boicottare, ma anche responsabilità dell’impresa, che deve garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nella scelta dei fornitori dei prodotti che mette in vendita sui propri scaffali”. Precisano anche di accogliere “con favore la scelta di ritirare non solo i prodotti alimentari ma anche quelli di Sodastream, multinazionale israeliana più volte segnalata dalle organizzazioni umanitarie per violazioni dei diritti umani”.
Tornano sulla “violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele” così come sulla “distruzione completa delle condizioni di vita del popolo di Gaza, gli attacchi mirati a ospedali, scuole, infrastrutture vitali, l’uccisione mirata di bambini/e, giornalisti/e, personale sanitario e di soccorso”. Proprio “in questi giorni stiamo assistendo al blocco degli aiuti umanitari che mira ad affamare la popolazione intera di Gaza”. Mentre “ogni giorno sono uccise decine di persone affamate, mentre vanno a cercare per sé e le proprie famiglie quel poco cibo che viene distribuito in punti lontanissimi dalle loro tende”.
Una scelta “etica” quella di Coop Alleanza 3.0 alla quale “hanno sicuramente contribuito numerosi/e soci/e – attiviste/i che hanno firmato la lettera online alla presidenza Coop e la petizione alla Grande Distribuzione su Change.org e che hanno partecipato a molte Assemblee Separate di Bilancio nel 2024 e 2025”.
Gli attivisti tengono anche a respingere “ogni accusa di seminare odio e diffondere antisemitismo”. La ritengono “un’accusa assolutamente priva di fondamento sia per quanto riguarda Coop Alleanza 3.0 che nei confronti dell’iniziativa Soci/e Coop per la Palestina”.
“In questo momento così drammatico per il popolo di Gaza e di fronte a fatti così atroci – concludono -, prendere posizione e rifiutare ogni forma di complicità è un dovere etico fondamentale, come cittadine e cittadini, come istituzioni, come imprese. Come esseri umani a prescindere da ogni appartenenza. Invitiamo ora consumatori e consumatrici a esigere da tutta la Grande Distribuzione una presa di posizione chiara e rispettosa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, firmando la nostra petizione diretta a tutte le imprese: c’è ancora molto lavoro da fare”.
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