Politica
27 Giugno 2025
Ilaria Baraldi, già consigliera comunale Pd e portavoce Donne Democratiche Ferrara, interviene sulla partecipazione di Dorota Kusiak al Consiglio comunale mentre era sul tapis roulant

Collegati non solo con il pc ma anche con il cervello

di Redazione | 3 min

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di Ilaria Baraldi*

Abituati come siamo a vivere nella complessità massima, a volte rischiamo di non riconoscere l’estrema semplicità di un problema e di non vedere la soluzione a portata di mano.

Il regolamento del Consiglio comunale, preposto al suo funzionamento, fu modificato in tempo di Covid, forse un po’ in fretta e in totale assenza di linee guida comuni a tutti gli enti locali, per consentire lo svolgimento dei consigli nel rispetto del distanziamento sociale imposto dalla pandemia.

Furono così inseriti gli articoli che prevedevano e prevedono tuttora il collegamento da remoto per consiglieri e consigliere e le modalità di svolgimento delle sedute.
Nacquero quindi allo scopo di consentire a elette e eletti di svolgere la loro funzione di rappresentanza e di non bloccare l’attività amministrativa, facilitando con il collegamento una impossibilità fisica e normativa di trovarsi in presenza come si era fatto sempre sino ad allora.

Per alcuni mesi il consiglio in modalità remota e poi in modalità mista fu l’unico modo per consentirne lo svolgimento.

Fu chiaro da quasi subito che quelle regole erano mancanti di alcuni elementi essenziali – uno tra tutti, l’obbligo del video acceso sempre da inizio a fine seduta, cosa che ovviamente è prevista in altri consigli, anche della provincia -. La fretta e forse la speranza che maggioranza e opposizione, consiglierə e giunta, sindaco compreso, fossero ugualmente sintonizzati sulle stesse onde dell’etica istituzionale hanno prodotto un regolamento a tutt’oggi valido che consente senza nessun obbligo di giustificazione di collegarsi da qualsiasi luogo senza dover dimostrare alcun impedimento e senza necessità di palesarsi visivamente durante l’intera durata del consiglio, eccezion fatta per la risposta all’appello.

Sono famose le presenze misteriose del sindaco che si collega in video anche quando è in ufficio a pochi metri di distanza dalla sala consiliare. Si ricordano senz’altro le sue incursioni durante la scorsa consiliatura a video spento e voce da chissà dove. Ma non fu, ed evidentemente non è, l’unico che si sia preso la libertà di torcere un poco, durante e dopo la pandemia, un regolamento scritto così così. Ricordiamo che ci si è collegati un po’ da dovunque (dall’auto, dal giardino, dall’ombrellone, dalla parrucchiera), taluni anche impegnati in altro, a voler dedurre dall’audio la concentrazione sulle questioni amministrative che in aula si discutevano.

In questo quadro, collegarsi dalla palestra mentre si fa esercizio fisico appare quasi un gesto di pragmatico mens sana in corpore sano.
Si sa che un corpo ben allenato sostiene la mente brillante.
In 5 anni ricordo di non aver sentito la voce di molti consiglieri di maggioranza, che però, come legge consente, hanno percepito gli stessi gettoni di presenza che hanno percepito coloro che per una legislatura hanno fornito un contributo maggiore del semplice voto.
Così come il gettone di presenza viene assegnato a chi si collega da remoto e nessuno può dire se mentre si svolge il consiglio stia stirando o prendendo appunti.

Insomma, se l’etica manca o vacilla, l’unica e per fortuna più semplice soluzione per ripristinare un po’ di decenza (ammesso interessi a qualcuno, dal Sindaco in giù) è mettere mano a quel regolamento e ripristinare l’obbligo di presenza in aula, mantenendo ovviamente la possibilità di collegarsi da remoto a fronte della dimostrazione di un impedimento serio (una gamba ingessata? Un figlio malato? La macchina rotta?) e dell’obbligo di dimostrare di essere collegati non solo con il pc ma anche con il cervello, tenendo la videocamera accesa.

Ho l’impressione che gli elettori e le elettrici, di destra e di sinistra, trasversalmente, apprezzerebbero sapere che il denaro pubblico con cui vengono pagati i gettoni è speso per chi prende seriamente il proprio ruolo di rappresentante dei cittadini.

*già consigliera comunale Pd e portavoce Donne Democratiche Ferrara

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