Economia e Lavoro
24 Giugno 2025
Presidio davanti all'ingresso 2 dell'ospedale di Cona. Manifestazione fissata per venerdì 27 giugno alle 9.30

Fials, “sanità sotto attacco”. Scatta la protesta al Sant’Anna

di Redazione | 3 min

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Sanità sotto attacco“. È lo slogan con cui il sindacato Fials – venerdì 27 giugno, a partire dalle ore 9.30 – manifesterà davanti all’ingresso 2 dell’arcispedale Sant’Anna di Cona. Alla mattinata di mobilitazione prenderà parte anche il Coordinamento Salute Sanità di Ferrara.

“Fials – afferma Mirella Boschetti, segretaria generale territoriale di Fials Ferrara – si farà portavoce della situazione di precarietà e affanno in cui versa la sanità ferrarese e regionale, aggravata dal ritardo nelle assunzioni che impedisce di fare fronte ai cronici buchi di organico, di infermieri, Oss, ostetriche, educatori, Trp di garantire il sacrosanto diritto alla fruizione delle ferie estive a tutti i lavoratori senza sovraccaricare i professionisti superstiti, mantenendo costante il numero dei professionisti in turno a garanzia della continuità e congruità dell’assistenza”.

Boschetti prosegue: “Da troppo tempo la politica dell’assumere con il contagocce e più tardi possibile costringe i professionisti della sanità a turni di lavoro massacranti, sotto organico, a prolungamenti dell’orario di lavoro, alla rinuncia dei riposi settimanali, al sacrificio del proprio tempo di vita, costretti a fare i conti con la rimodulazione delle attività in base all’organico presente, come se fosse possibile comprimere i bisogni riabilitativi e di assistenza dei pazienti nei diversi setting lavorativi, prevalentemente anziani, non autosufficienti con pluripatologie concomitanti. Mancano gli organici integrativi, a copertura delle assenze a vario titolo, per garantire condizioni di lavoro sostenibili improntate al benessere organizzativo, la continuità assistenziale e la continuità dei servizi e, da ultimo, ma non per importanza, l’assistenza congrua ai pazienti loro affidati”.

“Tante e complesse – sottolinea – sono le annose cause ormai croniche che hanno portato al declino della sanità pubblica, a cui contribuiscono in maniera preponderante i gravi ritardi nelle assunzioni, la cecità organizzativa, il baratro che si è creato tra i vertici aziendali, i sovraordinati e i professionisti in trincea che stanno imprimendo una pericolosa accelerata al fenomeno della disaffezione verso la professione, in primis quella infermieristica, l’alienazione e la fuga dal lavoro, tra pensione anticipata, totale abbandono della professione, la migrazione verso altre Aziende o altri Paesi che garantiscono loro stipendi migliori, riconoscimento del valore e importanza della professione e migliori condizioni di lavoro”.

Boschetti denuncia poi la “preoccupante impennata degli accessi ai quattro pronto soccorso provinciali, segnale evidente che la programmazione, l’organizzazione dei servizi sia a livello locale che regionale non sta dando i frutti sperati”. “Nel 2024 – dice – gli accessi ai PS sono saliti a 155.616 contro i 148.938 del 2023. Sono incrementati gli accessi dei codici bianchi verdi e azzurri, 122.985 nel 2023, 129.875 nel 2024  Non si è attenuata la pressione sui pronto soccorso provinciali, con il conseguente triste fenomeno del sovraffollamento e dello stazionamento prolungato, in attesa di posti letto liberi, con forti disagi sia per i professionisti coinvolti che per i cittadini“.

“Il ricorso ormai decennale – chiude – a consistenti e prolungate chiusure nel trimestre estivo di posti letto conseguenti alla riduzione di attività soprattutto chirurgica, non è accettabile e, grave è il silenzio e il senso di assuefazione a tale fenomeno da parte delle istituzioni. Il corposo piano di rimodulazione estiva aziendale motivata dalla necessità di garantire le ferie estive ai professionisti riguarda gli ospedali di Cona, Delta e Cento. Esclusa invece dalla rimodulazione è l’attività chirurgica dell’ospedale di Argenta. Non vanno in ferie i professionisti nei servizi di Argenta gestiti dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna? Non sarà perché l’organizzazione e relativi incassi sono in capo all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, mentre l’Ausl paga? Pagano i cittadini ferraresi“.

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