Nuovo episodio di strafottenza verso la quiete altrui.
Questa volta lo scempio delle leggi era in bella vista sul programma “Dalle 21:00 alle 02:00”.
Le 2 del mattino rappresentano 3 ore di deroga rispetto a quanto scritte nelle leggi anti-schiamazzi notturni che impongono il limite del rispetto della quiete pubblica alle 23.
Ma lo sforamento orario è solo parte del problema.
Bisogna poi considerare l’entità del disturbo della quiete pubblica.
La legge esiste per evitare il tipico disturbo causato da un vicino che emette musica da un impianto che può essere sì potente, ma comunque limitato da spazio e budget di un privato.
Quello che è successo venerdì in Piazza Ariostea, replica di un evento dell’anno scorso, è completamente ad un altro livello.
Qui parliamo un DJ con a disposizione un impianto da concerti professionale. Un DJ con davanti un pubblico di migliaia di persone da intrattenere. E il DJ viene pagato per mantenere viva l’eccitazione del pubblico che, col passare delle ore, tende a stancarsi ed annoiarsi.
Le tecniche sono due: 1) strillare furiosamente nel microfono inni incitanti, 2) alzare il volume. Ed è esattamente ciò che è successo ieri sera, fino alle due del mattino.
A 400 metri dalla piazza sembrava di stare in discoteca. Non oso immaginare chi abita sulla piazza.
In una precedente lettera proponevo compensi economici per chi viene disturbato. Lo ribadisco ma i soldi possono compensare situazioni di squilibrio entro certi limiti. Il concerto di venerdì sera sfora totalmente. Non c’è compenso economico. Semplicemente non deve avere luogo.
Vorrei chiarire che non ho nulla in contrario contro i concerti dei DJ. Probabilmente la quasi totalità dei cittadini che si lamentano di questo scempio della quiete pubblica vi hanno partecipato una o più volte nella loro giovinezza.
Il punto è capire l’opportunità di farlo in centro. Il punto è averci una caratura istituzionale. Il punto è capire che devi rispettare la sostanza della legge e non solo la forma. Il punto è capire che se anche esistono modi di derogare ad una legge in caso di giustificata necessità ciò non significa che puoi fare cosa vuoi.
Questi sono concetti banali. Ma che evidentemente tali non sono per il nostro sindaco e la giunta. E’ ciò dovrebbe preoccuparci. Quanti altri semplici concetti non sono in grado di comprendere questi signori che ci governano?
Giulio Giovannini
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