Attualità
22 Giugno 2025
Jampaglia: “Il nostro appello dice una verità semplice e potente: il sentimento dei cittadini non vuole le guerre”

Da Ferrara risuonano le parole della campagna R1PUD1A

di Redazione | 3 min

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di Emanuele Gessi

Il linguaggio militarizzato ha contagiato tutti gli aspetti della vita democratica e la spesa per la difesa anche in Unione Europea cresce senza sosta. Così, anche a Ferrara, agli Emergency Days 2025, hanno risuonato forte e chiare le parole della campagna R1PUD1A, con cui la Ong fondata da Gino Strada chiede al Governo italiano un impegno concreto per la pace.

“Il nostro appello – ha affermato Claudio Jampaglia, giornalista di Radio Popolare e portavoce della campagna – dice una verità semplice e potente: che il sentimento dei cittadini non vuole le guerre. In poco tempo, sono già state raggiunte 1000 scuole e 400 comuni. Sono numeri buoni ma è un lavoro di ampio respiro che deve continuare e andare avanti in maniera radicale”.

“Le nostre non sono idee da acchiappanuvole – gli ha fatto eco Giorgio Beretta, analista per Opal del commercio di sistemi militari e armi – ma convinzioni che danno una direzione chiara alla storia, in direzione ostinata e contraria ai venti di guerra”.

La presenza agli Emergency Days di Jampaglia e Beretta, esperti e attivisti sul tema, ha dato l’occasione, venerdì sera (20 giugno), per intavolare un dibattito al centro sociale Il Parco a proposito degli scenari di conflitto e delle scelte politiche nostrane ed europee che oggi stanno puntando dritto verso “il mega summit della Nato che si terrà il 25 e 26 giugno – ha evidenziato Jampaglia – in cui il segretario generale Mark Rutte vuole dire che l’Europa sta raggiungendo livelli di spesa militare tali che presto sarà in grado di sostituire interamente gli Stati Uniti”.

“Se sommiamo gli investimenti che sono stati fatti da parte dei paesi UE – ha confermato Beretta – scopriamo che insieme siamo la seconda potenza militare al mondo per armamenti, subito dopo gli USA, con 326 miliardi investiti sulla difesa nel 2024”.

Non rassicurano, in questo senso, le dichiarazioni di fuoco pronunciate dai vertici istituzionali, “come Von der Leyen – ha continuato Beretta – che ha parlato di illusione della pace in cui si è vissuto per anni. O come Charles Michel, presidente del Consiglio europeo fino al 2024, che utilizzando una retorica da Impero Romano ha affermato che Se vogliamo la pace dobbiamo prepararci alla guerra”.

Quali le ragioni dello status quo da cui ci si ritrova pericolosamente avvinti? Secondo Jampaglia le responsabilità sono da attribuire, da una parte, a “una classe politica che non è in collegamento con il sentire popolare, né tantomeno con le nostre Costituzioni. Il secondo motivo è la loro volontà di intimorire gli Usa e prendere il comando della Nato. Stiamo costruendo una nuova base militare in Romania, continuiamo a dire che i confini della Finlandia sono minacciati… Stiamo facendo il gioco che gli Stati Uniti facevano trent’anni fa”.

Gli obiettivi di Emergency, per mettere un freno concreto a tutto questo, ripartono quindi da R1PUD1A, con la volontà di “coinvolgere in maniera capillare gli enti culturali – ha ricordato in chiusura Jampaglia –, raggiungere un’accresciuta capacità di mobilitazione sul territorio e demilitarizzare un numero sempre maggiore di spazi”.

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