Cronaca
22 Giugno 2025
Errore materiale nella sentenza di Cassazione. I giudici bolognesi chiamati a valutare o meno l'esistenza dell'aggravante della transnazionalità

Mafia nigeriana, colpo di scena. Il processo torna in Appello

di Davide Soattin | 2 min

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Si ridimensiona - e non di poco - il quadro accusatorio contestato al 47enne Ennio Bizzarri, commercialista e assessore al Bilancio a Vigarano, che - insieme a due collaboratori - era stato inizialmente portato a processo con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falso e induzione in errore di pubblico ufficiale

Colpo di scena nel processo al clan Vikings/Arobaga, su cui la parola fine – al contrario di quanto era stato annunciato – ancora non è stata scritta. Infatti, dopo la correzione di un errore materiale da parte dei giudici che hanno scritto la sentenza definitiva, i membri del cult che regnava sulla Gad torneranno nuovamente a sfilare davanti ai giudici della Corte d’Appello di Bologna, ma solamente per rivalutare l’aggravante della transnazionalità e l’espulsione di Stanley Onuoha.

La Corte di Cassazione – nel primo dispositivo pubblicato – aveva erroneamente sentenziato la caduta dell’aggravante della transnazionalità dell’organizzazione mafiosa senza la necessità di rinviare la decisione sul punto ai giudici del secondo grado di giudizio. Notato lo sbaglio però, nelle scorse settimane, la Suprema Corte ha fissato una nuova udienza a porte chiuse per correggere l’inesattezza presente del dispositivo e quindi mandare nuovamente il processo a Bologna.

I giudici felsinei quindi, all’udienza che sarà fissata prossimamente, dovranno tornare a esprimersi sull’esistenza o meno dell’aggravante della transnazionalità che, qualora venisse meno, porterebbe a una rivalutazione delle pene inflitte agli imputati. Il terzo grado di giudizio invece aveva confermato il carattere mafioso dell’associazione, già accertato in primo e secondo grado. Ma comunque, senza la decisione della Corte d’Appello sull’aggravante, le pene non possono ancora diventare definitive.

Dopo i due gradi di giudizio, lo ricordiamo, Emmanuel Okenwa – in arte Dj Boogie e capo del clan – era stato condannato a 13 anni, 3 mesi e 20 giorni mentre Emmanuel Albert a 12 anni, 3 mesi e 20 giorni. Con loro sono a processo Lucky Anthony Odianose e Godspower Okoduwa, rispettivamente condannati a 13 anni e 1 mese e 12 anni e 4 mesi. Alla sbarra anche Henry Arehobor (13 anni, 1 mese e 20 giorni), Glory Egbogun (11 anni, 4 mesi e 10 giorni), Irabor Igbinosa (11 anni, 2 mesi e 20 giorni) e Kingsly Okoase (11 anni, 4 mesi e 20 giorni). Musa Junior e Shaka Abubakar erano stati condannati a 11 anni e 7 mesi e 11 anni. A Felix Tuesday erano stati inflitti 9 anni, 3 mesi e 20 giorni, a  Stanley Onuoha e Gbidy Trinity invece 8 anni, 10 mesi e 20 giorni.

Erano invece stati assolti in appello Jacob Chedjou, Igene Joel e per Jonah Omon.

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