Un progetto per monitorare le camere di sicurezza nei presidi delle forze di polizia presenti in Emilia-Romagna. L’iniziativa, che punta al monitoraggio dello stato dei luoghi di privazione temporanea della libertà, appunto le camere di sicurezza, in cui la persona in stato di arresto viene custodita in attesa di comparire davanti al giudice per la cosiddetta convalida e che si trovano all’interno delle caserme dei carabinieri, delle questure e commissariati di polizia e alcune anche in presidi della guardia di finanza e della polizia locale, è stata al centro della conferenza stampa del garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri tenuta oggi a Bologna nella sede dell’Assemblea legislativa regionale.
“Il progetto – spiega il garante regionale dei detenuti – ha come obiettivo il monitoraggio, attraverso la raccolta e l’analisi di informazioni esistenti e disponibili pubblicamente (on desk) e visite specifiche, di tutte le camere di sicurezza presenti nel territorio emiliano-romagnolo”. Preliminarmente, in collaborazione con l’Unità privazione della libertà da parte delle forze di polizia dell’Ufficio del Garante nazionale, coordinato da Anna Rita Di Vittorio, lo staff del garante regionale ha provveduto a mappare tutti i luoghi oggetto del monitoraggio. Cavalieri precisa che “questo ambito di privazione della libertà non era stato, a oggi, adeguatamente esplorato, nonostante l’Emilia-Romagna si configuri come terza regione in Italia per transito di persone nelle camere di sicurezza (è una delle cinque regioni in Italia con più camere di sicurezza)”. Aggiunge il garante: “Per dare un’idea del fenomeno si pensi che delle 20 mila persone che transitano annualmente in Italia in camere di sicurezza circa una su otto fa quest’esperienza in Emilia-Romagna”. Nel 2024, ad esempio, nella città di Bologna sono transitate oltre 600 persone nelle camere di sicurezza di carabinieri e polizia. Rilevante anche il dato della provincia di Rimini, con più di 500 transiti.
Al garante Cavalieri fa eco Anna Rita Di Vittorio, precisando che “il progetto rappresenta la prima esperienza di collaborazione tra l’autorità di garanzia regionale e quella nazionale su un tema così delicato come la tutela dei diritti delle persone private della libertà personale da parte delle forze di polizia”. Descrive, poi, quelle che saranno le procedure della visita: “Oltre alla verifica dei tre diritti fondamentali della persona arrestata, diritto di difesa, alla salute e comunicazione dello stato di arresto a persona di riferimento (come un familiare), l’autorità di garanzia verificherà in particolare il rispetto della dignità personale nel trattamento di custodia e le condizioni materiali dei luoghi dove la persona è ristretta”.
Il progetto di monitoraggio prenderà il via con l’incontro di presentazione che si terrà martedì 24 giugno, dalle 10 alle 13, a Bologna a palazzo Hercolani (aula Ruffilli), in strada Maggiore 45. All’incontro parteciperanno anche il presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri e il presidente del collegio del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Riccardo Turrini Vita. Qui il programma completo.
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