Cronaca
19 Giugno 2025
Discussa l'udienza preliminare del processo per la morte di Marco Lelli Ricci: richiesta di rinvio a giudizio per il padre, due funzionari della Provincia e due responsabili del cantiere. Patteggia la ragazza che passò prima dell'incidente e urtò le transenne a protezione dello scavo

Morì con l’auto nella voragine a 15 anni. Processo chiesto per cinque

di Davide Soattin | 2 min

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Cinque rinvii a giudizio. Sono quelli che ieri (mercoledì 18 giugno) pomeriggio – dopo la discussione dell’udienza preliminare – la Procura di Ferrara ha chiesto per cinque dei sei accusati – in concorso – di omicidio stradale per la morte del 15enne Marco Lelli Ricci, giovane promessa del basket originario di Granarolo, in provincia di Bologna, morto nella serata del 3 aprile 2022, mentre percorreva in automobile – insieme ai suoi genitori – via Nuova, tra Renazzo e Pilastrello, all’interno del territorio comunale di Cento.

L’incidente, avvenuto intorno alle 21, vide l’automobile finire dentro a una voragine che era stata realizzata durante le operazioni di un cantiere.

La richiesta di rinvio a giudizio è arrivata per il padre della giovane vittima, per due funzionari della Provincia di Ferrara e per due responsabili dell’azienda che stava operando nel cantiere. Tutti e cinque oggi devono rispondere di quanto accaduto, seppure con sfumature diverse.

Per esempio, al padre che era al volante dell’automobile (difeso dall’avvocato Vittorio Galassetti) viene contestata la velocità di marcia, dal momento che – stando alla consulenza cinematica effettuata – stava percorrendo quel tratto di strada con una velocità pari a 80 km/h, superiore il limite stabilito dei 50 km/h lungo quello via.

Ai due funzionari della Provincia (avvocati Massimo Bissi e Luca Esposito) invece, proprietaria della strada ed ente appaltante, e ai due responsabili dell’azienda (avvocato Riccardo Caniato) che stava operando nel cantiere, viene contestata l’inosservanza delle norme relative alla sicurezza sul lavoro e la segnalazione del cantiere.

Ha raggiunto invece un accordo per il patteggiamento la ragazza – assistita dall’avvocato Riccardo Ziosi – che era transitata nello stesso tratto di strada poche ore prima dell’incidente, finendo per urtare le transenne che erano state messe a protezione dello scavo, perdendo la targa del veicolo con cui poi i carabinieri, durante i successivi accertamenti effettuati, erano riusciti a risalire alla sua persona, individuandola. A lei la Procura di Ferrara contestava quindi il mancato ripristino della recinzione che era stata precedentemente divelta.

Se i cinque andranno o meno a giudizio lo deciderà il gup Silvia Marini all’udienza del 7 luglio, quando ufficializzerà anche il patteggiamento. In quella circostanza, il giudice dell’udienza preliminare si esprimerà anche su una questione sollevata dalle difese della Provincia e dell’azienda attiva nel cantiere, che hanno chiesto di modificare il capo di imputazione e togliere l’aggravante relativa all’inosservanza delle norme relative alla sicurezza sul lavoro. Parte offesa sono la mamma e il fratello della vittima: ad assistere entrambi è l’avvocato Dario Bolognesi.

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