Sono due i fascicoli di indagine – entrambi per omicidio colposo contro ignoti – che la Procura di Ferrara ha aperto per far luce sulle morti di Malik Cihan Akker e Rehman Faisal, entrambi annegati – tra il pomeriggio e la serata di domenica scorsa (15 giugno) – ai lidi. Il primo, tedesco-turco di 6 anni, ha perso la vita dopo un tuffo nella piscina del camping Tahiti al Lido delle Nazioni. Il secondo invece, 11enne italo-pakistano, è deceduto dopo essere stato inghiottito dal mare a Lido degli Estensi.

Tutti e due sono morti durante il trasporto in elisoccorso rispettivamente all’ospedale Sant’Anna di Cona e al Santa Maria delle Croci di Ravenna.

Per far luce sui loro decessi, il sostituto procuratore di turno Stefano Longhi oggi (mercoledì 18 giugno) conferirà gli incarichi ai consulenti per svolgere le autopsie. A effettuarla sul corpo del piccolo Malik Cihan sarà il medico legale Matteo Tudini, mentre la collega Donatella Fedeli la eseguirà su quello del giovane Rehman. Obiettivo degli accertamenti medico legali sarà quello di riuscire a determinare con esattezza quali siano state le cause che hanno portato all’annegamento di due vite così giovani.

La tragedia del camping Tahiti è avvenuta intorno alle 14, in una delle tre piscine del campeggio, quella con l’acqua che va dagli 80 centimetri a 1,40 metri di altezza. Si tratta di una vasca in cui i bimbi sotto i dodici anni possono entrare, ma solamente se accompagnati da un genitore. In quegli istanti però, stando alle prime ricostruzioni, il piccolo pare fosse da solo. Nessuno avrebbe tempestivamente capito quanto stava accadendo, nè che in quegli istanti – così come si ipotizza – non ci fosse nessuno ad accompagnarlo. Non se ne sarebbe accorto nemmeno il bagnino, che era regolarmente in servizio. Questo perché tutto sarebbe avvenuto in un momento in cui la piscina era particolarmente affollata.

Su questa circostanza, nelle prossime ore, sarà comunque sentita la mamma del piccolo, che avrà la possibilità di fornire la propria versione dei fatti e di rispondere agli interrogativi degli inquirenti, che oggi stanno cercando di comprendere se – al momento della tragedia – fosse vicina o meno alla piscina o se invece abbia lasciato il figlioletto entrare in acqua da solo, quando in realtà avrebbe dovuto essere sorvegliato da un parente. Non è escluso che, data l’assenza di telecamere nella zona in cui è avvenuta la tragedia, a essere sentiti siano anche altri testimoni, a cui spetterà fornire informazioni utili a ricostruire gli ultimi istanti di vita del bambino, il cui corpo ormai esanime era stato notato da un turista.

Due le ipotesi al momento che potrebbero aver portato alla morte del piccolo, che abitava a Monaco ed era arrivato da poco in vacanza insieme a papà, mamma, fratello e sorella gemella: o un principio di annegamento o un malore improvviso dovuto a una congestione.

Quanto all’altra tragica vicenda, avvenuta qualche ora dopo, intorno alle 19.15 sulla spiaggia di Lido degli Estensi, anche in questo caso la Procura sembrerebbe orientata ad ascoltare i genitori per valutare la loro posizione. Stando a una prima ricostruzione, il ragazzino di 11 anni stava giocando in acqua insieme al fratellino, quando le onde lo avrebbero inghiottito. Pare – ma tutto è ancora da confermare – che in acqua con lui, oltre al fratellino, ci fosse anche il padre. Così come gli accertamenti degli inquirenti dovranno chiarire se stesse facendo il bagno nonostante la bandiera rossa, issata data l’assenza – per motivi di orario – degli addetti al salvataggio presenti lungo il litorale. Il mare lo ha restituito ormai esanime e i sanitari lo hanno provato a rianimare, elitrasportandolo poi all’ospedale di Ravenna in condizioni critiche, dove purtroppo non ce l’ha fatta.