di Emanuele Gessi
“Eravamo in pochi. C’erano tanti testimoni, ma alla fine il processo Aldrovandi lo abbiamo risolto grazie a Anne Marie Tsegue, la donna camerunense con il permesso di soggiorno in scadenza, che ebbe una crisi di coscienza e raccontò quanto aveva visto. Per il resto eravamo soli, c’è poco da fare. Alle nostre manifestazioni, le persone arrivavano perlopiù da fuori, da altre città. Il clima che si respirava era molto difficile”.
Fabio Anselmo è intervenuto nuovamente in questo modo nel merito del caso Aldrovandi, che lui ha seguito in prima linea come avvocato difensore della famiglia, in occasione dell’evento che si è tenuto al circolo Arci Bolognesi venerdì 13 giugno per celebrare la memoria di Federico, ucciso vent’anni fa da un controllo di polizia a Ferrara.
Presente nel pubblico ad ascoltarlo una platea gremita, fra cui anche Tiziano Tagliani, che Anselmo ha citato durante il suo discorso, ricordando che fu proprio l’ex sindaco della città l’avvocato a cui decise di rivolgersi Anne Marie Tsegue. E lui la rassicurò dicendo “che non aveva nulla da temere”, accompagnandola con coraggio nel fondamentale percorso arrivato fino alla deposizione chiave in tribunale.
Anselmo, dunque, ha proseguito a ripercorrere gli snodi fondamentali della battaglia giudiziaria, rievocando un altro ex sindaco di Ferrara, Gaetano Sateriale questa volta, con il quale “come sapete non vado molto d’accordo”, attribuendogli tuttavia un merito determinante: “Fui lui il primo a parlare chiaro togliendoci dall’isolamento in cui eravamo confinati, destando le ira del questore di allora. Si parlò di strappo istituzionale, ma per i cittadini fu un messaggio fortissimo. Significava: non siete soli”.
Quale bilancio possiamo fare, a vent’anni dall’uccisione di Federico Aldrovandi, ha infine domandato retoricamente Anselmo, alla platea e a sé stesso in primis. “Abbiamo una montagna da scalare. Bisogna partire dicendo con fermezza che non è una questione di mele marce e che noi abbiamo profondo rispetto delle forze dell’ordine. Chi non ne ha è l’attuale Governo, che cerca di guadagnare il facile consenso. Dimenticando che la polizia dev’essere al servizio di tutti ed esercitare il proprio ruolo non per difendersi dai cittadini, ma per difendere i cittadini. Questo è il dramma, siamo nella stessa situazione di difficoltà, basta essere gli uni contro gli altri”.
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