Attualità
14 Giugno 2025
Tagliati (Cgil-Ferrara): “Questo Governo concepisce infatti come una colpa essere poveri, immigrati ed emarginati dalla società”

Vent’anni senza Aldro

di Redazione | 3 min

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Oltre un centinaio di persone hanno preso parte a “Vent’anni senza Aldro”, l’iniziativa-dibattito organizzata dal neonato Comitato Aldrovandi, per celebrare la memoria di Federico e riflettere su cosa sia cambiato e cosa no, nel rapporto tra Stato, forze dell’ordine e cittadinanza, dal 2005 a oggi.

I relatori che sono intervenuti ieri (13 giugno), al circolo Arci Bolognesi, in piazzetta San Nicolò a Ferrara, sono arrivati da tutte le parti d’Italia, con l’obiettivo di trasformare il ricordo in una leva per il cambiamento. Seduti fra il pubblico c’erano fra l’altro Lino Aldrovandi, il papà di Federico, la senatrice Ilaria Cucchi, l’ex sindaco della città Tiziano Tagliani e Filippo Vendemmiati, il regista del documentario È stato morto un ragazzo.

“Federico purtroppo – ha esordito Andrea Boldrini, del Comitato – non è rimasto un caso isolato: Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino, Riccardo Magherini, Riccardo Rasman, Ramy Elgaml. Sono dimostrazioni di come possano degenerare gli interventi dello Stato sui cittadini”.

“Queste vicende non sono finite e non finiranno mai – ha commentato l’avvocato e consigliere comunale Fabio Anselmo – perché il messaggio che lo Stato vuol dare è che queste famiglie non avranno mai pace”.

“La funzione principale delle forze di polizie – ha detto Michela Pascali, segretaria nazionale del Sindacato Italiano Lavoratori Polizia-Cgil – dev’essere di servizio, non di mantenimento e controllo dell’ordine. Perché questo viene spetta ad altri enti e istituti”.

“Nessuno – ha sottolineato Walter Massa, presidente nazionale di Arci – deve essere lasciato da solo. Bisogna curarla la solitudine, perché è quella condizione che ti ferma dal metterti in mezzo e ti toglie la forza di esprimerti”.

Una delle sessioni tematiche dell’evento è stata quindi dedicata ad approfondire i contenuti del nuovo Decreto Sicurezza, per cui sono state spese delle parole di condanna.

“Il Decreto Sicurezza – ha affermato Veronica Tagliati, segreteria generale di Cgil-Ferrara – evidenzia in maniera drammatica come oggi, sempre più, gli spazi del dissenso vengano limitati, mettendo a rischio la tenuta democratica del Paese. Questo Governo concepisce infatti come una colpa essere poveri, immigrati ed emarginati dalla società”.

“Come Amnesty International – ha puntualizzato Laura Renzi della ong per i diritti umani – riteniamo che l’introduzione delle body-cam siano uno strumento privo di rilevanza, laddove non sia accompagnato dai codici identificativi”.

“Si tratta di un Decreto di impostazione e modalità autoritaria e panpenalista – ha aggiunto Giulia Melani, presidente de La Società della Ragione – ovvero di una concezione per cui qualsiasi tematica viene affrontata con il diritto penale. Non si configurano dele sanzioni per gli atti bensì per categorie precise di persone”.

“Con la nuove legge – ha quindi concluso Nausicaa Turco, di Antigone Emilia-Romagna – sembra di sentir riecheggiare il regolamento penitenziario del 1931, di piena epoca fascista, proseguendo nell’opera di alterazione dei rapporti di forza all’interno degli istituti penitenziari, già a senso unico”

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