Lagosanto
12 Giugno 2025
Il sindaco Bertarelli e l'assessore Cardi: "Il nostro no non è ideologico né pregiudiziale ma nasce da un’analisi lucida e documentata delle conseguenze"

Anche Lagosanto e Comacchio dicono no al biometano

di Redazione | 3 min

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Comacchio e Lagosanto. Un no all’impianto di produzione di biometano previsto lungo via del Mare, nel territorio comunale di Lagosanto arriva dall’amministrazione del paese e anche da quella vicina di Comacchio perché “la localizzazione proposta, in un’area strategica sotto il profilo sanitario, agricolo e ambientale, desta gravissime preoccupazioni per le conseguenze concrete e potenziali che tale insediamento potrebbe arrecare al territorio, ai servizi essenziali e alla qualità della vita dei cittadini”.

“Il nostro no non è ideologico né pregiudiziale – dichiarano congiuntamente l’assessore Antonio Cardi (per conto del sindaco e della Giunta di Comacchio) e il sindaco di Lagosanto Cristian Bertarelli – ma nasce da un’analisi lucida e documentata delle conseguenze concrete che questo impianto potrebbe avere su viabilità, salute pubblica e benessere dei nostri concittadini. In gioco c’è la vivibilità di un intero comprensorio. Difendiamo la nostra terra e lo facciamo insieme, con senso di responsabilità e unità istituzionale”.

Tra le principali preoccupazioni elencate quelle legate ai temi di salute e sicurezza. La via del Mare costituisce infatti l’asse viario fondamentale per l’accesso all’Ospedale del Delta, presidio sanitario centrale per tutta la Bassa Ferrarese e per il territorio comacchiese.

“L’insediamento dell’impianto – spiegano – comporterebbe un notevole incremento del traffico pesante – camion carichi di biomassa in ingresso e di residui in uscita – che, oltre a rallentare la circolazione, può ostacolare il passaggio delle ambulanze e dei mezzi di emergenza, compromettendo gravemente la tempestività degli interventi e quindi la tutela del diritto alla salute”.

Fanno presente non essere un caso se le normative sulla viabilità di emergenza vietino esplicitamente la realizzazione di dossi e ostacoli su strade percorse da ambulanze. “Un carico di mezzi pesanti continuo e massivo – aggiungono – rappresenterebbe un ostacolo ben peggiore e costante nel tempo”.

Notano inoltre che l’asse viario è già “ampiamente utilizzati per gli impianti esistenti di allevamento e biogas” e il traffico che ne deriva genera un fortissimo effetto sui servizi di emergenza.

I due rappresentanti trovano la viabilità rurale e urbanistica “inadeguata” per via di “strade poderali non attrezzate per il traffico industriale”. Strade caratterizzate “da sezioni ridotte e da manti stradali progettati per un traffico agricolo limitato”. Così “l’incremento del transito industriale non solo metterebbe a rischio la sicurezza stradale, ma causerebbe danni rapidi e progressivi alle infrastrutture viarie, con gravi costi pubblici di manutenzione a carico della collettività”.

Ulteriore motivo di forte preoccupazione riguarda il potenziale rilascio di emissioni odorigene provenienti dal processo di fermentazione e trattamento delle biomasse. “In contesti rurali e a bassa densità abitativa – scrivono -, tali miasmi si diffondono rapidamente, arrecando disagi persistenti alla popolazione residente e compromettendo l’abitabilità dei luoghi, con conseguente svalutazione degli immobili e potenziali ricorsi legali ed esposti da parte dei cittadini”.

Inoltre nel raggio di 800 metri insistono già un impianto a biogas, oggi in conversione a Biometano e un allevamento avicolo, entrambi già fonti di disagi olfattivi noti. “Tali situazioni – dicono – espongono le amministrazioni locali al rischio di contenziosi, in un quadro già segnato da incertezze normative e dalla scarsa trasparenza procedurale con cui si stanno valutando localizzazione e impatto dell’impianto in oggetto”.

Per questi motivi i due comuni fanno fronte comune a “tutela del territorio” e si dichiarano “fermamente contrari all’insediamento dell’impianto di produzione di biometano in via del Mare-SP15”.

Le due amministrazioni ritengono il progetto “incompatibile con le caratteristiche viarie, ambientali e sociali dell’area, nonché pregiudizievole per l’erogazione di servizi pubblici essenziali quali il diritto alla salute, la sicurezza stradale e la qualità dell’aria”. Si impegnano quindi a “interpellare gli enti sovraordinati, a partire dalla Provincia di Ferrara, l’Aaus, Arpae e la Regione Emilia-Romagna, affinché esprimano pareri chiari, trasparenti e fondati tecnicamente; presentare osservazioni formali in Conferenza dei Servizi e richieste di accesso agli atti; valutare ogni azione giuridica e amministrativa utile a tutelare gli interessi delle rispettive comunità”.

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