Mi sembra che i capi ultrá della Curva Ovest, che si considerano evidentemente le vestali del tifo spallino, stiano esagerando.
In uno degli ultimi comunicati affermano di voler essere “di sprone e guida” per tutta la città e accusano la stampa di atteggiamento “vergognoso e servile”.
Troppo comodo lanciare il sasso e nascondere ipocritamente la mano! Perché non fanno i nomi delle testate a loro dire colpevoli di comportamento codardo?
Inoltre è troppo facile firmarsi semplicemente “Curva Ovest”. Ogni circolo, associazione o comitato ha uno o più responsabili che mostrano la faccia o almeno fanno conoscere il proprio nome. I nomi dei capi ultrà della Curva Ovest, invece, sono noti soltanto agli iniziati.
Un po’ di trasparenza in più non guasterebbe.
Vorrei infine fare presente che la Curva Ovest non è l’unica depositaria del tifo biancoazzurro, che ha una lunga storia nata ben prima che la Ovest si organizzasse (ricordate lo Zaganel, tanto per fare un esempio?).
Il 17 maggio, infine, dopo Spal-Milan Futuro, si è consumata una frattura – notata da pochi ma a mio avviso molto significativa – fra la Curva Ovest e il resto dello stadio, che ha applaudito convintamente la squadra dopo la bella prestazione (finalmente!) vista sul campo.
Nonostante che Molina si fosse presentato davanti ai “curvaioli” della Ovest, questi ultimi – a differenza degli altri settori dello stadio – hanno mantenuto uno sprezzante silenzio srotolando poi uno striscione recante la scritta “Sparite!”.
In conclusione, i baldi ragazzoni della Ovest ricordino che sono i più rumorosi ma non gli unici rappresentanti del tifo ferrarese e cerchino con più umiltà di sostenere la Spal in questo difficile momento evitando di dividere ancora la città con pesanti accuse, tutte da provare, alle istituzioni e alla stampa.
Luciano Gatti