Spal
10 Giugno 2025
La proposta di Domenico Bedin, presidente dell'associazione Viale K: "Creiamo una realtà con un Consiglio di Amministrazione eletto e competente, dove ogni testa vale uno e il capitale non è divisibile perchè resta della società"

Una cooperativa sociale per far rinascere la Spal

di Redazione | 2 min

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Una cooperativa sociale o un’associazione di promozione sociale con centinaia di soci. È la proposta che arriva da Domenico Bedin, presidente dell’associazione Viale K, per far rinascere la Spal dopo la scomparsa dal calcio professionistico.

“A Ferrara – afferma – non c’è più la banca locale e la sua fondazione, le varie industrie e cooperative sono chiuse o in difficoltà, non c’è più un mercato ortofrutticolo perchè non si produce verdura e poca frutta, non un macello o una latteria sociale perchè non ci sono allevamenti. Abbiamo centinaia di case Acer sfitte perchè non ripristinate. La Spal muore in questa palude. Eppure non mancherebbero le risorse. Ci sono ancora grosse aziende agricole, una è la più grande d’Italia e le altre sono comunque potenti. In questi anni sponsor generosi, che conosco personalmente, hanno fatto quello che potevano. Ma tornare alla vecchia logica del Padrone da pregare perchè compri e ne diventi proprietario e che alla fine o rivende o fugge non mi pare riproponibile”.

Da qui la proposta a “provare umilmente, vie nuove se ci teniamo ad avere un calcio sano, vivace e radicato realmente nel nostro territorio” con la creazione di una “realtà dove i calciatori, i dirigenti, i tecnici e i tifosi e i simpatizzanti e gli sponsor formano una sola realtà ben strutturata” che abbia “un Consiglio di Amministrazione eletto e competente, dove ogni testa vale uno e il capitale non è divisibile perchè resta della società”.

Obiettivo principale del progetto è quello di “continuare a valorizzare e implementare il calcio dei ragazzi radicandosi ancor più nelle scuole calcio della provincia formando una scuola tecnica di formazione degli allenatori di queste scuole, portando poi alla prima squadra innanzitutto i giovani formati del territorio”. “Accogliamo volentieri – prosegue Bedin – i ragazzi immigrati che spesso sono arrivati col sogno del calcio e lo stanno dimostrando nelle squadre di provincia”.

“In questi primi anni della rinascita il Comune potrebbe fare lo sforzo di agevolare il più possibile l’utilizzo delle strutture che comunque sono indispensabili” aggiunge.

In ultimo un appello anche ai supporters biancazzurri: “Anche il pubblico e i tifosi devono fare un salto di qualità. Sostenere e gustare il bel calcio, quello dinamico e fantasioso, quello giocato con entusiasmo e spirito di squadra, quello che non molla mai ma è leale con gli avversari. Tifosi che vanno a sostenere anche gli juniores e le ragazze. Riempiamo ancora il Paolo Mazza senza dover mandare più nessuno a quel paese”.

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