Spal
9 Giugno 2025
Tra scuse e ricerca di soluzioni, il presidente in lacrime durante il videocollegamento con gli oltre trenta lavoratori di via Copparo che domani andranno regolarmente in ufficio

Spal. Tacopina chiede tempo ai dipendenti

di Davide Soattin | 2 min

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Dopo la nota stampa di sabato (7 giugno) pomeriggio – quella in cui ha confermato di voler mantenere la proprietà della Spal – Joe Tacopina è tornato a parlare. Lo ha fatto oggi (lunedì 9 giugno) in videocollegamento dagli Stati Uniti con gli oltre trenta dipendenti biancazzurri che – dopo la mancata iscrizione al campionato di Serie C – oggi rischiano seriamente di perdere il lavoro, dato l’inevitabile ridimensionamento a livello societario che porterà con sé la scomparsa dal calcio professionistico.

Un confronto – quello con le ‘maestranze’ di via Copparo – che è durato circa trenta minuti, in cui l’avvocato newyorkese – secondo quanto riferito da voci interne all’ambiente Spal – ha chiesto scusa, dicendo di aver provato fino all’ultimo a trovare una soluzione. Una soluzione – ha aggiunto – che tutt’oggi sta cercando di trovare per evitare il fallimento e tutelare tutti, compresa un’eventuale iscrizione in categorie inferiori, come già aveva sottolineato nelle battute finali dell’ultimo comunicato.

Quanto alle motivazioni di quanto accaduto, nulla di nuovo rispetto a quanto già detto nei giorni scorsi. Anche ai lavoratori biancazzurri ha infatti ribadito che il finanziatore che avrebbe dovuto aiutare lui e Follano ha deciso di non investire più dopo che – lo scorso 15 febbraio – alcuni tifosi incappucciati avevano aggredito e contestato la squadra di Baldini sul terreno del centro sportivo, durante la rifinitura pre derby contro il Rimini, con esplosione di petardi e lancio di oggetti.

Sempre secondo le nostre fonti, Tacopina ha anche chiesto ai dipendenti di pazientare ancora qualche giorno – fino alla fine di questa settimana – in modo da poter avere un quadro più chiaro della situazione, soprattutto dopo la notizia che alcuni dipendenti hanno già preso contatti con l’avvocato Gianni Ricciuti – già coinvolto nel periodo post Butelli – al fine di valutare l’esistenza o meno di un margine di azione tale da poter procedere con l’invio delle prime diffide di pagamento.

In lacrime, davanti al direttore generale Luca Carra e ai lavoratori, il patron ha inoltre detto di non dormire la notte, sia per le famiglie dei dipendenti che per i ragazzi del settore giovanile, delle ragazze di quello femminile e di quelli del progetto Specialissimi. Chi lo ha potuto ascoltare ha detto di averlo trovato visibilmente provato. Nessuna domanda è arrivata da parte degli impiegati, che domani (martedì 10 giugno) – essendo ancora sotto contratto – andranno regolarmente in ufficio in attesa di sviluppi.

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