Dopo la nota stampa di sabato (7 giugno) pomeriggio – quella in cui ha confermato di voler mantenere la proprietà della Spal – Joe Tacopina è tornato a parlare. Lo ha fatto oggi (lunedì 9 giugno) in videocollegamento dagli Stati Uniti con gli oltre trenta dipendenti biancazzurri che – dopo la mancata iscrizione al campionato di Serie C – oggi rischiano seriamente di perdere il lavoro, dato l’inevitabile ridimensionamento a livello societario che porterà con sé la scomparsa dal calcio professionistico.
Un confronto – quello con le ‘maestranze’ di via Copparo – che è durato circa trenta minuti, in cui l’avvocato newyorkese – secondo quanto riferito da voci interne all’ambiente Spal – ha chiesto scusa, dicendo di aver provato fino all’ultimo a trovare una soluzione. Una soluzione – ha aggiunto – che tutt’oggi sta cercando di trovare per evitare il fallimento e tutelare tutti, compresa un’eventuale iscrizione in categorie inferiori, come già aveva sottolineato nelle battute finali dell’ultimo comunicato.
Quanto alle motivazioni di quanto accaduto, nulla di nuovo rispetto a quanto già detto nei giorni scorsi. Anche ai lavoratori biancazzurri ha infatti ribadito che il finanziatore che avrebbe dovuto aiutare lui e Follano ha deciso di non investire più dopo che – lo scorso 15 febbraio – alcuni tifosi incappucciati avevano aggredito e contestato la squadra di Baldini sul terreno del centro sportivo, durante la rifinitura pre derby contro il Rimini, con esplosione di petardi e lancio di oggetti.
Sempre secondo le nostre fonti, Tacopina ha anche chiesto ai dipendenti di pazientare ancora qualche giorno – fino alla fine di questa settimana – in modo da poter avere un quadro più chiaro della situazione, soprattutto dopo la notizia che alcuni dipendenti hanno già preso contatti con l’avvocato Gianni Ricciuti – già coinvolto nel periodo post Butelli – al fine di valutare l’esistenza o meno di un margine di azione tale da poter procedere con l’invio delle prime diffide di pagamento.
In lacrime, davanti al direttore generale Luca Carra e ai lavoratori, il patron ha inoltre detto di non dormire la notte, sia per le famiglie dei dipendenti che per i ragazzi del settore giovanile, delle ragazze di quello femminile e di quelli del progetto Specialissimi. Chi lo ha potuto ascoltare ha detto di averlo trovato visibilmente provato. Nessuna domanda è arrivata da parte degli impiegati, che domani (martedì 10 giugno) – essendo ancora sotto contratto – andranno regolarmente in ufficio in attesa di sviluppi.
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