Comacchio. Il confronto istituzionale sul riconoscimento dello Stato di Palestina si trasforma in scontro aperto fra la capogruppo de La Città Futura M5S Sandra Carli Ballola e il sindaco Pierluigi Negri. Dopo che la consigliera aveva bollato la seduta consiliare del 30 maggio come “una delle pagine più vergognose della storia di Comacchio”, e la successiva replica del primo cittadino (“la pagina vergognosa l’ha scritta Carli Ballola”), la controreplica arriva con un documento dal titolo eloquente: “Uno schiaffo alla cittadinanza”.
Carli Ballola punta il dito contro l’applicazione dell’articolo 32 del regolamento d’aula, invocato per vietare cartelli e bandiere: “Almeno si assumesse la responsabilità delle scelte che compie… che disturbo arreca l’esposizione della bandiera della pace?”. Accusa poi il sindaco di “nascondersi dietro un regolamento” per “prendere in giro noi e la cittadinanza tutta”, dimostrando di non considerare “la pace un valore da difendere”.
La consigliera ricorda che, dopo l’approvazione unanime dell’ordine del giorno No War del 28 febbraio 2022, la bandiera arcobaleno fu issata “in cima alla torre dell’orologio dove nessuno l’ha vista e da cui è svolazzata via al primo temporale e non più sostituita”. E cita un precedente: “Quando il Comitato No Cercom andò in consiglio con cartelli… il sindaco di allora non si avvalse dell’art. 32. C’è sindaco e sindaco”.
Sulla mozione del sindaco, Carli Ballola denuncia dati “edulcorati”, l’assenza di riferimenti ai mandati d’arresto della Corte Penale Internazionale e il mancato invito a sanzioni economiche e diplomatiche contro Israele. Per questo motivo il suo gruppo ha presentato un testo alternativo, ritenuto “più incisivo e rispondente alla ferocia dello sterminio in atto a Gaza”. Pur astenendosi – precisa – non ha votato contro la proposta di maggioranza “dimostrando apertura intellettuale”.
Il clima si è ulteriormente surriscaldato quando la discussione della mozione è slittata in coda all’ordine del giorno. Secondo la consigliera, è inaccettabile che Negri abbia insinuato che i cittadini fossero impazienti di “andare a cena per tempo”: un’affermazione definita “oltraggiosa verso i presenti”, impegnati su “quella che è stata definita la più feroce, organizzata, duratura operazione di sterminio di una popolazione”.
Il documento si chiude con la motivazione che anima i sostenitori della mozione: “Mentre arrotolavamo le bandiere della pace, noi pensavamo che, quando la storia ci chiederà dove eravamo mentre avveniva il massacro di un popolo, noi potremmo dire: noi c’eravamo”. Se il sindaco aveva parlato di “pagina vergognosa” rispedendo le accuse al mittente, la capogruppo rilancia, trasformando lo scontro sulle regole d’aula in una questione di responsabilità politica e morale che, promette, non finirà qui.
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