La scomparsa dal calcio professionistico della Spal – oltre che sul piano sportivo e sociale – rischia seriamente di portare con sé strascichi a livello giudiziario per questioni economiche relative alle situazioni contrattuali di quel centinaio di dipendenti che – fino alla giornata di venerdì – ruotavano attorno al club di via Copparo, e che ora – dato il ridimensionamento societario forzato legato alla mancata iscrizione in Serie C – rischiano concretamente di perdere il loro posto di lavoro.
Alcuni di loro infatti, già nel pomeriggio di venerdì 6 giugno, hanno avuto i primi contatti telefonici con l’avvocato Gianni Ricciuti – legale già coinvolto nelle vicende del post Butelli – con cui avranno un incontro agli inizi della prossima settimana per verificare la situazione effettiva e valutare l’esistenza di un margine di azione tale da poter procedere con l’invio delle prime diffide di pagamento.
Si tratta di addetti ai lavori e sportivi che ancora devono ricevere stipendi arretrati e che potrebbero, qualora ce ne fosse la possibilità, fare istanza al fine di recuperare le loro spettanze, dopo l’improvvisa catastrofe in casa biancazzurra. Spettanze che, solamente qualora non dovessero essere riconosciute, potrebbero portare all’apertura di un procedimento giuridico ben più complesso e articolato.
La notizia della scomparsa dal calcio professionistico della Spal di Joe Tacopina e Marcello Follano si è concretizzata nel tardo pomeriggio di venerdì 6 giugno quando – a poche ore dalla deadline delle 23.59, termine ultimo per poter chiedere l’ammissione al campionato di Serie C 2025/2026 – la società ha presentato una domanda di iscrizione incompleta, senza allegare tutti i documenti relativi ai pagamenti richiesti.
Non c’è stata nessuna traccia infatti, nonostante le speranze delle ultime ore, del bonifico salvifico che da New York sarebbe dovuto arrivare in tempo per permettere al club biancazzurro di avere tutte le carte in regola. Si parla di circa tre milioni di euro e di una fideiussione da 700mila euro, necessari per iscriversi. Quei soldi però non sono mai arrivati sul conto corrente della Spal, decretandone l’esclusione dal calcio dei pro.
Dal canto suo, con una nota inviata nel tardo pomeriggio di sabato 7 giugno, la società ha comunque fatto sapere che la “proprietà della Spal resta tale e, nonostante alcune notizie errate e dichiarazioni infondate, non siamo falliti e il club non ha presentato istanza di fallimento. Nei prossimi giorni valuteremo le opzioni disponibili, tra cui l’iscrizione del club, di cui siamo ancora pienamente proprietari, a una categoria inferiore”.
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