Spal
6 Giugno 2025
Per i biancazzurri è la fine: niente iscrizione in C, fine del professionismo e ripartenza possibile solamente dall'Eccellenza

Spal, this is the end

di Davide Soattin | 4 min

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“This is the end” per la Spal di Tacopina e Follano, verrebbe da dire riprendendo un noto successo dei The Doors. Le ultime ventiquattro ore infatti – quelle in cui i dipendenti biancazzurri speravano in un bonifico da New York per permettere l’invio della richiesta di iscrizione al campionato di Serie C – non hanno portato ad alcun lieto fine per il club di via Copparo che, a distanza di tredici anni (era l’estate del 2012, ndr) dall’ultima volta, quando il presidente era Cesare Butelli, sparisce dal calcio professionistico.

I soldi necessari (circa tre milioni di euro più una fideiussione da 700mila euro) non sono arrivati dagli Stati Uniti e il club biancazzurro ha quindi presentato una domanda incompleta – a cui ovviamente non è stata allegata la documentazione relativa ai pagamenti – che la Covisoc boccerà il 9 giugno, ufficializzando così l’esclusione della società dalla Serie C.

Le speranze sono definitivamente tramontate nel tardo pomeriggio di ieri (6 giugno) quando materialmente – anche qualora fossero arrivati i soldi – non c’era già più il tempo tecnico materiale per provvedere all’invio della richiesta. Sempre ieri pomeriggio – stando a fonti vicine al club biancazzurro – ci sarebbe stata anche una videocall tra dirigenza, staff tecnico e squadra per discutere della delicata situazione. A quel colloquio virtuale non avrebbe però partecipato Joe Tacopina.

Per il club biancazzurro è una fine ingloriosa, ma soprattutto inaspettata. L’iscrizione infatti – almeno fino a qualche giorno fa – sembrava essere l’ultimo dei problemi in via Copparo. Poi però – a partire da mercoledì (4 giugno) – lo spettro del tragico epilogo societario ha iniziato ad aleggiare, diventando man mano sempre più concreto tra le giornate di giovedì (5 giugno) e venerdì (6 giugno) quando – col passare incessante delle ore – le iniziali garanzie hanno iniziato a vacillare, lasciando spazio ai dubbi.

Quel ritardo nell’inviare il bonifico sembrava fosse un film già visto. Anche lo scorso anno, infatti, l’ok all’iscrizione era arrivato sul filo di lana. A questo giro però qualcosa non è andato come previsto. E così, mentre sulle scrivanie del centro sportivo erano già pronti i documenti necessari all’iscrizione, dall’altra parte del mondo, a New York, qualcosa di non meglio precisato, ha finito per condannare a morte i colori biancazzurri, nonostante le rassicurazioni di Tacopina e Follano di essere al lavoro per sbloccare l’impasse.

Ora per la Spal si aprirà una fase di profonda incertezza, oltre che di ridimensionamento generale, con lo smantellamento del settore giovanile e di quello femminile. Ma a pagare il prezzo più alto saranno soprattutto i dipendenti biancazzurri. Padri e madri, famiglie di lavoratori, che da un giorno all’altro, senza aver potuto ricevere alcun preavviso, si troveranno a dover fare i conti con la perdita del proprio posto di lavoro. Un vero e proprio dramma a livello sportivo, economico e sociale.

E sportivamente come si potrà ripartire? Stando a quanto si legge nell’articolo 52 delle Norme Organizzative Interne Federali, “in caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B, e di Serie C, il presidente federale, d’intesa con il presidente della Lnd, previo parere della Commissione all’uopo istituita, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società a un campionato della Lnd, di almeno due categorie inferiori rispetto a quello professionistico di origine, anche in soprannumero”.

Questo “purché la stessa società: adempia alle prescrizioni previste dal singolo comitato per l’iscrizione al campionato; non abbia soci e/o amministratori che abbiano ricoperto, negli ultimi cinque anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla Figc”. Quindi né Tacopina, né la famiglia Colombarini, né Walter Mattioli.

La Spal quindi potrà ripartire dal campionato di Eccellenza, versando almeno 100mila euro di contributo alla Figc. Due le strade percorribili: o si subentra a una società già esistente oppure se ne crea una da zero, com’è ipotizzabile possa accadere. Sarà però fondamentale trovare una proprietà nuova che – rispettando i necessari obblighi federali – abbia intenzione di investire per permettere al club biancazzurro di iniziare un nuovo corso nel calcio dilettantistico già da settembre.

Tanti comunque rimangono gli interrogativi senza risposta per cercare di dare una spiegazione a quanto accaduto in queste ultime ore. Su tutti, uno: com’è stato possibile arrivare a ciò? È una domanda lecita se si pensa che – prima dei playout, nel postpartita della sfida di campionato vinta 3 a 0 contro il Gubbio – Joe Tacopina aveva dato garanzie, esprimendo la propria volontà di “non abbandonare il progetto sia che l’anno prossimo si parli di Serie C, sia che si parli di Serie D”.

È ipotizzabile – tra i tanti scenari – che uno degli investitori che avrebbe dovuto provvedere al pagamento dell’iscrizione abbia fatto dietrofront all’ultimo minuto, lasciando la Spal al proprio tragico destino. Solo Tacopina e Follano potranno dare una risposta e spiegare quanto accaduto in questi ultimi giorni di pura follia. Difficile però che – dopo la figuraccia fatta – abbiano intenzione di parlare a una piazza che – oggi più che mai umiliata – chiede venga fatta chiarezza.

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