Torna a far discutere Igor il Russo, al secolo Norbert Feher, nato in Serbia nel 1981. In Spagna infatti gli avvocati delle tre vittime stanno cercando di chiarire se ci sono responsabilità all’interno della linea di comando della Polizia spagnola. Cercano inoltre di capire se ci furono errori di comunicazione con i Carabinieri italiani da cui Feher riuscì a scappare dopo l’omicidio di Valerio Verri (guardia ecologica volontaria) e il ferimento di Marco Ravaglia (poliziotto provinciale).
Uno dei focus, riportato da El Periodico de Aragon, riguarda proprio i presunti errori di comunicazione tra le due forze di polizia di Spagna e Italia. I poliziotti spagnoli avrebbero potuto agire diversamente, secondo gli avvocati, se avessero conosciuto il tipo di pericolo che avrebbero dovuto affrontare.
A dirimere la controversia spetterà all’Audiencia Nacional che ha accettato la domanda della vedova di uno degli agenti uccisi nel comune di Andorra, Victor Romero. All’epoca Romero aveva 30 anni e lasciò la moglie e una figlia di pochi mesi, oltre a lui le altre due vittime furono Victor Jesus Caballero, anche lui agente della Guardia Civil di Teruel, di 38 anni e José Luis Iranzo, pastore di 39 anni. L’avvocato della vedova Jorge Piedrafita sostiene che qualcosa non ha funzionato anche perché un agente della Udyco (Unidad droga y Crimen Organizado) avrebbe riconosciuto che stavano cercando Igor il Russo a Malaga.
Una tesi simile fu quella portata avanti da Fabio Anselmo a Ferrara che ottenne un risarcimento per la famiglia di Valerio Verri perché “non doveva essere in quell’auto”. “Se il servizio di vigilanza fosse stato correttamente sospeso o quanto meno se Verri fosse stato reso edotto del pericolo – venne scritto nelle motivazioni alla sentenza -, costui si sarebbe astenuto dal prestare volontariato, considerato che non era armato e non aveva un addestramento per la repressione del crimine”. La giudice Alessandra De Curtis ravvisò in capo alla Provincia di Ferrara la responsabilità del decesso di Verri, “da considerarsi alla stregua di un infortunio sul lavoro”.
Il secondo organo di giustizia di Spagna una volta fissata la data, probabilmente dopo l’estate, dovrà sentire i vertici della Guardia Civil nella provincia di Teurel nella Comunità autonoma d’Aragona e chi fu incaricato di effettuare le indagini. Otre a questi il tribunale ascolterà anche i vertici della Udyco della Polizia Nazionale Spagnola che hanno lavorato al caso e gli agenti che hanno effettuato le indagini sfociate con la cattura di Feher a Malaga.
“La mia cliente – ha detto a El Periodico de Aragon l’avvocato della vedova Jorge Piedrafita – vuole solo sapere la verità. Questo non va contro nessuno, non vogliamo che processino nessuno e neanche che li sospendano. Vogliamo solo determinare se ci sono stati errori e, se così dovesse essere, che si correggano per il futuro”.
“Sfortunatamente – aggiunge – nessuno potrà ridare la vita a Victor Romero. Vogliamo solo sapere la verità, inoltre chi sarà ascoltato lo farà da testimone, non da imputato. Le spiegazioni le deve dare l’amministrazione”.
Per l’avvocato la questione economica per un eventuale indennizzo rimane invece secondaria. Alla vedova ne è già stato riconosciuto uno di 500mila euro che però dovrebbe versare Norbert Feher ma risulta insolvente. Cifra che dovrebbe essere corrisposta dall’amministrazione.
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