Politica
5 Giugno 2025
Il Movimento: "Non possiamo restare in silenzio. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questa tragedia"

A Roma contro Netanyahu. I 5 Stelle in partenza anche da Ferrara

di Redazione | 2 min

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A Roma, per la manifestazione per chiedere la fine del massacro in corso a Gaza e “la cessazione dei crimini perpetrati dal governo Netanyahu”, ci sarà anche il Movimento 5 Stelle di Ferrara. I pentastellati scendono in piazza insieme a Pd e Avs.

Il ritrovo a Roma è previsto per le ore 14 di sabato 7 giugno in Piazza Vittorio Emanuele II. Da lì partirà un corteo diretto verso Piazza San Giovanni in Laterano.

“La popolazione di Gaza – scrive il Movimento 5 Stelle di Ferrara – è allo stremo: affamata, bombardata, costretta alla fuga. Ospedali distrutti, case rase al suolo, vite spezzate. Non si tratta di un semplice conflitto: è un massacro, un genocidio sotto gli occhi del mondo”.

“Non possiamo restare in silenzio – proseguono -. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questa tragedia. Per questo motivo, insieme al Partito Democratico e ad Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo costruito una piattaforma comune, formalizzata in una mozione parlamentare condivisa e presentata unitariamente in Parlamento”.

E ancora: “Rivolgiamo un appello a tutte e tutti coloro che ritengono insopportabile quanto sta accadendo. È il momento di alzare la voce. Insieme. Per fermare la tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza”.

Così il Movimento 5 Stelle invita cittadini, associazioni, attivisti e forze politiche a unirsi per chiedere: “Il cessate il fuoco immediato; La fine dell’assedio e il libero ingresso degli aiuti umanitari; La sospensione della compravendita di armi con Israele; L’interruzione delle esercitazioni militari congiunte con Israele; L’introduzione di sanzioni nei confronti del governo Netanyahu; La liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi; La pace non può più aspettare. La politica ha il dovere di agire, non di voltarsi dall’altra parte”.

“Ogni giorno che passa – concludono – è un giorno di troppo”.

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