Non abbiamo solitamente abbastanza tempo per replicare a tutti quelli che ci vogliono insegnare il nostro mestiere pontificando per le vie del web – che al pari di quelle del Signore sono infinite – ma nel caso della lettera inviata ad Estense.com dal sig. Adorno Maiani, non nuovo ad uscite di questo tenore, e che si firma ex Ispettore Capo della Polizia di Stato, non potevamo esimerci.
Il suo infatti appare un “parere qualificato”, almeno agli occhi dei non addetti ai lavori, e come tale in grado di dare un’immagine pericolosamente forviante del ruolo e delle funzioni della Polizia Locale, e pertanto necessita di una replica.
In qualsiasi caso, onde evitare certe figure, all’Ispettore in quiescenza che afferma che “i Vigili Urbani non possono svolgere indagini… per tutti i reati del Codice Penale”, consigliamo un bel ripasso dei vari codici, o almeno una piccola ricerca sul web, alla portata di tutti, e certamente anche alla sua.
Perché magari potrebbe scoprire i tanti nomi dei tanti colleghi caduti in servizio durante l’espletamento del dovere, a cui con certe affermazioni non può che mancare di rispetto. Tra questi vogliamo citare Michele Liguori, funzionario della Polizia Locale di Acerra, vittima del dovere che ha immolato la sua vita per combattere il traffico di rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi.
Oppure potrebbe scoprire che una tra le prime e più importanti operazioni contro la mafia nigeriana in Italia l’ha portata avanti la Polizia Locale di Torino, a cui la Rai ha dedicato uno speciale visibile su Rai Play dal titolo Black Mafia. E solo per fare un paio di esempi tra i più significativi.
E potremmo continuare praticamente all’infinito, snocciolando numeri e dati, o ricordando che quotidianamente facciamo attività di pronto intervento rilevando praticamente la totalità dei sinistri stradali, e indagando di conseguenza anche nella quasi totalità dei casi relativi alla più diffusa forma di omicidio, ovvero quella stradale.
Ad ogni modo ci perdonerà l’esimio Ispettore se non ci occupiamo anche di terrorismo internazionale, ma ci pare di fare già abbastanza a fronte dello status giuridico di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, nonché di agenti di pubblica sicurezza – con annessi doveri e responsabilità – e di un inquadramento contrattuale ben lontano da quello dei colleghi dello Stato.
Un inquadramento contrattuale con cui proprio lo Stato ci nega i più basilari riconoscimenti economici e previdenziali, sfruttando il nostro lavoro con la promessa, finora mai mantenuta, di una giusta riforma. Ecco, se c’è una cosa di cui si vuol indignare, potrebbe essere questa!
Coordinamento territoriale Diccap-Sulpl Ferrara