L’inclusione sociale riparte dalla cucina, uno spazio in cui stare insieme, riscoprirsi e valorizzarsi. Dopo una prima sperimentazione, con risultati ampiamente soddisfacenti, il progetto “Alimentare la vita” promosso dalla cooperativa sociale Dives è giunto all’edizione 2.0 e nell’ambito del Festival della Fantasia ha avuto in questi giorni una propria vetrina in piazza Municipale.
Tutto questo anche grazie al sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociosanitarie del Comune di Ferrara, che ha contribuito con 10mila euro alla riuscita dell’azione. Dai laboratori di cucina, dedicati ai giovani fragili in età scolastica, sono nati 3 prodotti a etichetta ‘Dives’ – biscotti al cioccolato, biscotti con mandorle e vino rosso del territorio, scaldatelli con semi di zucca – che valorizzano il territorio e soprattutto creano soddisfazione in chi li fa. Questi prodotti sono stati messi in mostra nella tre giorni di piazza Municipale.
“Un ottimo esempio – commenta l’assessore comunale alle Politiche sociosanitarie Cristina Coletti – di attività dalla grande valenza sociale, perché crea spazi inclusivi e ha trasmesso, nell’ambito del festival, valori sani tipici di una comunità civile. Grazie a Dives perché ha promosso nei giovani in condizioni di fragilità la visione del cibo come qualcosa che potesse offrire opportunità di crescita e sviluppo delle relazioni. Questo è un sostegno concreto anche alle famiglie e sensibilizza i cittadini nell’attenzione alle categorie più fragili. Tutti, nella nostra comunità, hanno qualcosa di bello da offrire”.
“In questo progetto abbiamo cercato di far scoprire ai ragazzi le loro abilità, la cucina ha capacità di valorizzare tante competenze diversificate” aggiunge Giuseppe Salcuni, presidente della Cooperativa Dives.
Il progetto ha mirato a coinvolgere circa 600 giovani e 160 famiglie del territorio. Gli operatori responsabili della cucina sono stati 6 e 5 gli esperti nell’educazione alimentare e di lotta allo spreco. Beneficiari indiretti quasi 1000 persone. Tra questi anche i ragazzi della scuola Einaudi che ha supportato Dives nel percorso di accoglienza delle persone più fragili.
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