Incoraggiata da altri interventi, condivido lo stupore e la perplessità in merito all’organizzazione della Festa delle Famiglie, che si è svolta all’Acquedotto le settimane scorse. Organizzazione che ha visto l’esclusione del personale e delle educatrici del Centro per le Famiglie e dei Centri per le Famiglie e i Bambini del Comune, nonché delle associazioni del territorio che da sempre collaborano.
Al di là del giudizio che ciascuno può avere sulla qualità dell’offerta proposta quest’anno, che a mio parere non è lontanamente paragonabile alle scorse edizioni, mi risulta difficile comprendere l’opportunità e le ragioni di una scelta simile, sotto tanti punti di vista. Dai confronti avuti in questi giorni con altri genitori, tale perplessità sembra essere condivisa.
Nella mia ancora giovane esperienza di mamma, sono rimasta spesso sorpresa da quante famiglie abbiano interagito con i Centri durante il loro percorso, per le ragioni più varie. La loro attività, infatti, non si limita alla mera fornitura di servizi ai cittadini, ma costituisce una vera e propria rete di sostegno quotidiano, non solo per l’offerta vasta e complessa, ma anche per la qualità umana e la grandissima professionalità, cura e dedizione di chi ci lavora: dal supporto ai genitori, agli incontri proposti sui temi più vari (e mai banali), ai gruppi mattutini e pomeridiani nei vari Centri, alla promozione della lettura, fino ad arrivare agli eventi “di punta”, come Estate Bambini e Famiglie in Festa. Eventi sempre attesi da molti e largamente partecipati, tanto da aver mobilitato qualche anno fa un folto gruppo di cittadini per la loro ripresa post pandemia.
Queste righe vogliono essere semplicemente un appello a chi amministra la città, perché un patrimonio così grande non venga disperso, ridimensionato e neppure sminuito.
Si tratta di una risorsa unica per molti genitori a fronte delle giornaliere difficoltà nel conciliare gestione familiare e lavoro, soprattutto in assenza di reti parentali vicine, oltre che rappresentare una grande occasione di crescita formativa ed educativa per i bambini. Un patrimonio ancora più importante su cui puntare in una città come Ferrara, che pur avendo caratteristiche e dimensioni ideali per un bambino, notoriamente non vanta dati positivi per età media della popolazione e tasso di natalità.
Elisa Grandi