Attualità
28 Maggio 2025
Da giovedì 5 a sabato 7 giugno all'ex Teatro Verdi. Scandurra: "Il festival è pensato per favorire la socializzazione e il confronto tra docenti, ricercatori, studenti e cittadinanza”

Alfabeti Urbani. Uno spazio di riflessione tra Unife e la città

di Redazione | 3 min

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di Silvia Gangitano

L’Università di Ferrara, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici, ha ideato e organizzato Alfabeti Urbani, un festival culturale che dal 5 al 7 giugno animerà gli spazi del Laboratori Aperti – Ex Teatro Verdi con incontri, spettacoli e approfondimenti dedicati alla città come luogo vivo, complesso e in trasformazione.

Nato da un finanziamento del progetto Fird 2024, il festival è frutto di un’intensa attività accademica e progettuale. “È un’iniziativa che coinvolge gran parte dell’Ateneo – spiega Giuseppe Scandurra, docente di Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Ferrara – e abbiamo deciso di lavorare su un tema che riguarda da vicino Ferrara, città poco raccontata, ma anche tutte le realtà urbane contemporanee. Il festival è uno spazio di riflessione aperto, pensato per favorire la socializzazione e il confronto tra docenti, ricercatori, studenti e cittadinanza”.

Ogni giornata ruoterà attorno a una lettera dell’alfabeto urbano, un modo simbolico per decifrare i cambiamenti sociali, culturali e politici delle città:

  • Giovedì 5 giugno – R di Rivolta. La città nei conflitti e nella resistenza. Si parlerà di Gaza e della vita quotidiana in un territorio sotto assedio. Seguirà un approfondimento sui Moti di Reggio Calabria del 1970, con la proiezione di un documentario inedito di Pier Paolo Pasolini, e un focus sul caso virtuoso di San Ferdinando, cittadina calabrese protagonista di un processo di trasformazione urbana in collaborazione con la Columbia University.
  • Venerdì 6 giugno – N di Narrazioni. La città attraverso gli sguardi del Grand Tour e i mutamenti antropologici della modernità. Si analizzeranno anche le trasformazioni del territorio ferrarese, con la presentazione del saggio “Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica”.
  • Sabato 7 giugno – S di Sguardo. Dalla ricostruzione del secondo dopoguerra al presente. Una riflessione su città e audiovisivo, fino all’approfondimento del rapporto tra città e carcere.

“L’idea era quella di costruire tre giornate tematiche attorno a tre parole chiave – racconta Antonino Princi, docente e co-organizzatore del festival – che si svilupperanno attraverso momenti di confronto, casi di studio e riflessioni collettive, per esplorare come il territorio urbano si evolve”.

A completare il programma, ogni sera si terranno eventi aperti al pubblico che arricchiranno il racconto urbano con forme espressive diverse:

  • 5 giugno: “Fare buono”, studio di spettacolo ispirato al podcast “I Fantasmi della Bassa” del Collettivo Cumbre, che riporta alla luce memorie dimenticate.
  • 6 giugno: concerto di Jet Set Roger, ispirato all’immaginario gotico di H.P. Lovecraft nel Polesine, al Circolo BlackStar (via Ravenna, 104).
  • 7 giugno: proiezione del film “Il Mohican” del regista corso Frédéric Farrucci, al Cinema Apollo (via del Carbone, 35).

Grande rilievo è stato dato anche al coinvolgimento degli studenti. “Tutti gli eventi sono stati ideati e organizzati da un gruppo di tirocinanti del corso triennale in Scienze della Comunicazione e della nuova laurea magistrale in Formazione, Comunicazione e Cittadinanza Digitale – spiega la coordinatrice del team di tirocinanti Costanza Vespasiano – e abbiamo seguito ogni aspetto: dalla grafica alla logistica, dalla comunicazione alla gestione degli spazi, creando anche una piccola redazione di lavoro attivo”.

Il festival si svolgerà negli spazi del Laboratorio Aperto di Ferrara, partner dell’iniziativa. “Siamo orgogliosi di collaborare con l’Università – commenta Marco Rizzo del Laboratorio Aperto – in quanto progetti come questo portano valore culturale alla città e rafforzano il ruolo del nostro centro come punto di riferimento per la comunità”.

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