Politica
25 Maggio 2025
Il referendum dell’8 e 9 giugno come occasione per ridare dignità al lavoro e riconoscere diritti ai nuovi cittadini. L’Udi Ferrara invita all’incontro informativo del 27 maggio

Rimettere al centro la persona: cinque Sì per cambiare

di Redazione | 2 min

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L’8 e il 9 giugno prossimi si vota su cinque quesiti referendari accomunati dall’obiettivo di rimettere la persona al centro nella disciplina del lavoro e nella disciplina della cittadinanza.

I quattro quesiti sul lavoro prevedono maggiori tutele per i lavoratori dipendenti. Noi riteniamo che maggiori tutele per i lavoratori significhino maggiore motivazione, maggiori possibilità di costruire il proprio progetto di vita, un miglioramento in generale per i lavoratori e per i datori di lavoro. Occupare personale più soddisfatto significa, infatti, per il datore di lavoro un investimento di cui potrà vedere i frutti anche in termini di profitti.

Votare SI per questi quattro quesiti significa arginare la spersonalizzazione dei rapporti di lavoro cui abbiamo assistito in questi anni, che tende a rendere i lavoratori sempre più numeri, soggetti interscambiabili, sostituibili secondo logiche insindacabili. Un processo cominciato negli anni passati che ha visto le donne patire le peggiori conseguenze della corsa al liberismo sfrenato.

Votiamo SI perché il lavoro non è una merce e i lavoratori sono soggetto non oggetto di diritti.

Per lo stesso principio invitiamo a votare SI per il quesito sulla cittadinanza, che prevede la riduzione dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la concessione della cittadinanza italiana. Votiamo SI perché le persone straniere sono oramai nostri concittadini: sono i nostri colleghi di lavoro, sono i compagni di scuola dei nostri figli, sono i nostri amici, sono i campioni sportivi che ci rappresentano nelle competizioni internazionali.

Imporre a queste persone l’attesa di dieci anni per ottenere la cittadinanza significa mantenerli in una situazione giuridica di precarietà, rendere loro la vita più difficile, più faticosa, ostacolare il processo di naturale e inevitabile armonizzazione delle persone provenienti da paesi diversi.

L’UDI già nel 2004 cambiò il proprio acronimo – inizialmente Unione donne italiane – in UNIONE DONNE IN ITALIA, a dimostrare la volontà di associare tutte le donne, anche provenienti da altri paesi.

Votiamo SI a tutti i quesiti per contribuire al miglioramento della vita di tutte le persone, e ricordiamo che, prima o poi, siamo tutti stranieri.

Per conoscere in maniera approfondita il contenuto dei cinque quesiti, abbiamo organizzato un incontro che si terrà presso la nostra sede martedì 27 maggio alle ore 17, alla presenza dell’avv. Massimo Cipolla, esperto in diritto dell’immigrazione, e Veronica Tagliati, segretaria confederale della Cgil di Ferrara. L’incontro è aperto a tutte e tutti.

Udi Ferrara

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