Marozzo. L’arte scultorea e l’espressione artistica per raccontare un territorio attraversato dall’acqua dei canali, costellato di idrovore e manufatti idraulici e ricco di storia di un passato che a volte riemerge. Questo il filo conduttore dell’ottava edizione del concorso nazionale di scultura “De aqua et terra” promosso dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che quest’anno è stato vinto da Fidia Toffetti con l’opera intitolata “Spina, la città emersa”. La scultura è stata svelata oggi all’Ecomuseo della Bonifica di Marozzo a Lagosanto, dove rimarrà a riempire di bellezza, insieme alle altre sette opere vincitrici delle altre edizioni del premio, quello che è ormai “parco delle sculture” di Marozzo.
Alla cerimonia di inaugurazione era presente lo scultore, nato nel 1978 e formatosi presso il laboratorio artistico di famiglia, esperto nella lavorazione di materiali come marmo, bronzo, legno, creta e altri, oltre che in diverse tecniche artistiche e i membri della commissione premio scultura: Riccardo Mantovani, membro del Comitato amministrativo del Consorzio e presidente della commissione; Antonio Caselli, docente dell’Istituto Dosso Dossi di Ferrara e Paolo Pietro Caselli e Alice Pocaterra, due studenti dell’istituto; Paola Cavicchi, direttore area amministrativa del Consorzio; Katia Minarelli, capo settore segreteria e divulgazione del Consorzio; Mara Gessi e Caterina Cornelio, membri esterni della giuria.
L’opera vincitrice – realizzata in marmo verdello di colore paglierino ed eseguita con le tecniche di sgrossatura e finitura che consentono di mantenere un magnifico effetto di chiaroscuro – si ispira alla scoperta della città etrusca di Spina, emersa a seguito delle bonifiche e degli scavi, come spiega l’autore Fidia Toffetti: “La scultura intende riprendere la forma dell’antica città e dei canali che la circondavano. Il collegamento tra acqua e terra, caratteristica fondamentale di Spina, è dunque simboleggiato dalle forme che rappresentano il territorio e i canali fluviali. Realizzare questa scultura mi ha consentito di scoprire un territorio che non conoscevo e di comprendere l’importanza della bonifica per un territorio come quello ferrarese che è parzialmente sotto il livello del mare. Credo inoltre che l’opera esprima un concetto molto concreto: senza gli scavi della bonifica forse Spina non sarebbe riemersa e non potremmo conoscerla, ma allo stesso tempo con le opere di bonifica si impedisce alle città di oggi andare sott’acqua, dunque gli uomini del futuro non avranno, speriamo, nulla da far riemergere”.
Nel corso della presentazione dell’opera Riccardo Mantovani, membro del Comitato amministrativo e presidente commissione premio scultura che ha commentato: “L’ottava edizione del concorso nazionale di scultura promosso dal Consorzio di Bonifica di Ferrara è la conferma dell’impegno dell’ente in attività utili e necessarie per affermare la centralità del consorzio stesso e il suo ruolo non solo per la gestione delle acque, ma come parte della società e del mondo culturale, in senso più ampio. Un essere presenti sul territorio e per la comunità che abbiamo capito non deve esaurirsi unicamente nello svolgere i nostri compiti come ente consortile: questi dobbiamo darli per scontati. Oggi siamo stati definiti “mecenati” ed è emozionante essere apostrofati con un appellativo così importante ma voglio precisare che sostenendo l’arte, così come la narrativa, siamo solo umili traghettatori di qualcosa di bello che consegniamo a tutta società tutta: turisti, passanti, abitanti, contribuenti.”
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