Economia e Lavoro
23 Maggio 2025
Lo sciopero ha avuto una grandissima adesione in moltissime strutture del territorio regionale. I sindacati: "Segnale forte e inequivocabile"

Sanità privata e Rsa. In quattrocento davanti alla Regione

di Redazione | 3 min

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Si è svolta ieri (22 maggio) con grande partecipazione in tutta l’Emilia-Romagna la giornata di sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa Aiop e Aris, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

A Bologna, oltre 400 lavoratrici e lavoratori del settore hanno partecipato al presidio organizzato davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna, chiedendo a gran voce il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto da oltre sei anni per la sanità privata e addirittura tredici per le Rsa.

“Una manifestazione riuscita, un segnale forte e inequivocabile – dichiarano i segretari regionali Marco Bonaccini (Fp Cgil), Sonia Uccellatori (Cisl Fp) e Paolo Palmarini (Uil Fpl) – che dimostra come le lavoratrici e i lavoratori siano stanchi di promesse e temporeggiamenti. Chi lavora in strutture accreditate svolge a tutti gli effetti un servizio pubblico, spesso integrando le carenze del Servizio Sanitario Nazionale, ma continua a essere trattato come personale di serie B”.

Le delegazioni sindacali sono state ricevute dai rappresentanti della Regione Emilia-Romagna, nello specifico dall’assessore alla Sanità Massimo Fabi, cui è stata ribadita con forza la richiesta di introdurre nei requisiti di accreditamento l’obbligo del rinnovo contrattuale in quanto è necessario che le strutture che ricevono risorse pubbliche garantiscano condizioni di lavoro e salariali dignitose, al pari del servizio sanitario pubblico. Inoltre all’assessore è stato altresì richiesto di farsi parte promotore presso la Conferenza delle Regioni di ogni iniziativa utile per risolvere l’attuale inaccettabile situazione.

“Chiediamo alla nostra Regione di dare ulteriore forza alla nostra richiesta di aprire il tavolo del rinnovo contrattuale, perché le lavoratrici ed i lavoratori della sanità privata meritano rispetto e dignità, perché anche loro contribuiscono a garantire il diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione. Aiop e Aris non possono poi, continuare a subordinare l’avvio della trattativa alla garanzia integrale dei fondi da parte di Stato e Regioni. Una pretesa inaccettabile che sposta il rischio d’impresa sulle spalle dei lavoratori e sulla collettività. I contratti si rinnovano per diritto, non per concessione, e le retribuzioni vanno adeguate a fronte di un’inflazione crescente e di condizioni di lavoro sempre più difficili”.

“É un diritto sacrosanto ed esigibile quello di avere un contratto di lavoro e salari adeguati, e ciò vale tanto per la sanità privata accreditata quanto per quella pubblica – ha affermato Fabi -. Proprio per questo la nostra Regione da tempo sta svolgendo a livello nazionale un’attività di sensibilizzazione, per cercare di portare al tavolo contestualmente tutti i soggetti e far riaprire la negoziazione”.

“Ora ci impegniamo- ha assicurato l’assessore – a portare questo punto all’ordine del giorno della Commissione Salute, non solo per sensibilizzare formalmente tutti gli assessorati regionali alla sanità e le relative strutture tecniche, ma affinché la Conferenza delle Regioni coinvolga le rappresentanze datoriali, anche con la collaborazione del Comitato di settore che si occupa della ripresa della contrattazione pubblica”.

“Il dialogo- ha concluso Fabi – deve riprendere al più presto e al più presto si deve arrivare alla sottoscrizione del contratto di lavoro, la Regione Emilia-Romagna farà tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo”.

Lo sciopero ha avuto una grandissima adesione in moltissime strutture di Bologna e del territorio regionale – pur garantendo i minimi assistenziali – arrivando a punte di adesione dell’80% agli ospedali riuniti privati di Forlì.

“Non ci fermeremo – concludono Bonaccini, Uccellatori e Palmarini – finché non verranno riaperti i tavoli di trattativa e restituita piena dignità a chi ogni giorno garantisce un diritto costituzionale come quello alla salute. È una battaglia di giustizia e civiltà, che riguarda tutti: lavoratori e cittadini”.

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