Comacchio. Pioggia di condanne in abbreviato e pene inflitte che vanno dai cinque ai sette anni. È quanto ha deciso il gup Silvia Marini del tribunale di Ferrara per i cinque rapinatori che – il 12 settembre 2019 – assaltarono la filiale Bper di San Giuseppe di Comacchio, portando via 121.492 euro in banconote e monete di vario taglio, dopo aver minacciato due dipendenti – anche con una barra di acciaio – per far sì che si attivassero per l’apertura della cassaforte temporizzata.
Alla sbarra ci sono finiti il 41enne Luigi Rusciano, il 66enne Pasquale Mancini, il 62enne Gennaro Ambrosio, il 71enne Biagio Reca e il 59enne Mario Ambrosio. I carabinieri – dietro il coordinamento del pm Ciro Alberto Savino della Procura – erano riusciti a incastrarli poche settimane dopo, il 5 novembre 2019, quando tre di loro erano stati arrestati in flagranza durante la tentata rapina da 28.648 euro all’interno della filiale di Porto Garibaldi della Cassa di Risparmio di Ravenna.
In quella circostanza, i tre – insieme a un altro complice – erano arrivati davanti alla banca con una Alfa Romeo Stelvio in cui trasportavano attrezzi per lo scasso e su cui avevano installato una targa finta, pronta a fuggire dopo aver messo a segno il colpo. Uno di loro era entrato nella filiale a volto scoperto per chiedere l’apertura di un conto corrente e successivamente aveva spinto con forza una cliente, intimando alla cassiera di restare ferma e di aprire la porta automatica della filiale.
Contestualmente, il rapinatore aveva simulato il possesso di una pistola col direttore dell’istituto, permettendo così l’ingresso all’interno del locale di altri due complici, che agirono col volto travisato e i polpastrelli intrisi di colla per non lasciare impronte. Iniziarono quindi a infilare circa 28mila euro dentro alcuni sacchi ma, mentre aspettavano l’apertura delle tre casseforti temporizzate, arrivarono i carabinieri che li colsero in flagranza e li immobilizzarono, facendo scattare le manette.
A partire da quegli arresti, i militari del 112 avviarono le indagini e, riavvolgendo il nastro delle vicende di cronaca avvenute precedentemente nel territorio comacchiese, riuscirono a scoprire che i tre appena fermati – insieme ad altri due uomini – avevano preso parte qualche settimana prima – il 12 settembre 2019 – alla rapina da oltre 120mila euro alla filiale Bper di San Giuseppe di Comacchio, messa a segno con un modus operandi molto simile a quella di Porto Garibaldi.
Luigi Rusciano entrò per primo nella banca a volto scoperto, intimò ai dipendenti di allontanarsi dai computer e di aprire la porta d’ingresso per permettere ai complici – col volto travisato – di entrare. Pasquale Mancini portò tutti i presenti in una stanza interna, dopo aver fatto lasciare su un tavolo il cellulare, sorvegliandoli, mentre Gennaro Ambrosio si fece accompagnare dal cassiere nel caveau e si fece aprire la cassaforte temporizzata da un altro addetto, minacciando entrambi di picchiarli.
Infine, Biagio Reca accompagnò altri dipendenti e alcuni utenti – che nel frattempo erano entrati nell’istituto – all’interno di un ufficio, dove furono bloccati per circa cinquanta minuti, fino all’apertura della cassaforte. La rapina andò a segno prima dell’arrivo dei carabinieri, tanto che Mario Ambrosio è finito alla sbarra, non per aver partecipato all’assalto della filiale, ma per ricettazione, avendo ricevuto da uno degli autori della rapina – qualche tempo dopo – 7.800 euro provenienti proprio dal colpo.
I cinque rapinatori quindi – dopo le indagini a loro carico – sono finiti davanti al giudice del tribunale di Ferrara, che ha inflitto condanne dai cinque ai sette anni di pena in abbreviato. Per alcuni di loro, già ritenuti responsabili anche di altre rapine messe a segno tra maggio e settembre 2019 nelle province di Bologna, Padova e Piacenza, oltre che di quella tentata di Porto Garibaldi, il gup ha quindi riconosciuto la continuazione, a differenza di altri che – avendo partecipato alla sola rapina di San Giuseppe – hanno ricevuto condanne in via principale.
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